Le più importanti tappe della storia dell'UMBRIA

In Umbria si sono ritrovate tracce della presenza umana che risalgono alla preistoria più antica, ma è soprattutto in epoca storica che si va caratterizzando il popolamento di specifici gruppi etnici, come gli etruschi, stanziati sulla riva destra del Tevere, i sabini e gli umbri, sulla riva sinistra. La città di Volsinii, l'attuale Orvieto, divenne il centro spirituale e politico della civiltà etrusca, mentre Gubbio costituì la più importante località per gli umbri. A queste culture si sostituì, nel corso del III secolo a.C., la dominazione di Roma, che giunse al completo controllo della regione nel I secolo a.C. con la sottomissione della città etrusca di Perugia. Intanto la costruzione della via Flaminia incentivò la formazione di nuovi aggregati urbani, sorti su quel percorso così importante per il collegamento tra Roma e l'Adriatico. A quel tempo risale anche il termine Umbria, coniato per definire l'area circostante la Flaminia, a est del Tevere. La zona occidentale rimase parte dell'Etruria: questa dualità si mantenne per lungo tempo.
Le incursioni germaniche, dopo la caduta dell'impero romano d'Occidente, impoverirono la regione, un tempo florida, e la depauperarono sul piano demografico. Con la conquista longobarda, a cui seguì la fondazione del ducato di Spoleto, si frantumò ulteriormente il territorio umbro, in quanto le zone intorno a Terni e Perugia si mantennero unite all'impero bizantino. Nel corso del VII secolo si formarono i primi nuclei fortificati nella valle del Tevere, segno del degrado dell'economia agricola e delle necessità di controllo non solo militare, ma anche religioso, del territorio, deteriorato dalla grave crisi dell'epoca altomedioevale.

La ripresa di vitalità economica, conseguente al rinnovamento dell'agricoltura, e l'incremento demografico, che iniziò a partire dall'XI secolo, animarono l'Umbria di fitti insediamenti di carattere civile e religioso. Fiere, mercati e manifatture fecero della regione il crocevia di grandi spostamenti di uomini e di culture. In questa realtà prese corpo l'esperienza politica dei liberi comuni che, sebbene il territorio umbro appartenesse ai duchi di Spoleto e ai marchesi di Toscana, rivendicarono autonomie e privilegi, appoggiandosi all'autorità del pontefice. Iniziò allora un lungo contrasto tra poteri ora coalizzati ora contrapposti, che si disposero intorno a tre nuclei: le città libere (come Perugia, Todi, Gubbio, Assisi, Foligno, Orvieto e Bevagna), dall'intensa vita culturale e religiosa, che trovò espressione nell'ordine francescano e negli ordini mendicanti; le signorie (Baglioni, Fortebraccio, Vitelli, Trinci e Malatesta), che tentarono a più riprese di esautorare i comuni per dare vita a embrioni di stati su base regionale; il papato, che dal XIII secolo era nominalmente titolare del ducato di Spoleto, ossia di gran parte dell'odierna Umbria, ma che riuscì a sottomettere tutti i centri urbani solo verso la metà del XVI secolo, affermando definitivamente la propria sovranità. Fu in quei secoli che l'Umbria acquisì la raffinata impronta medievale e rinascimentale, rimasta pressoché intatta nel corso dei secoli.

Il potere pontificio fu interrotto dagli eserciti di Napoleone, a cui si deve l'unione dell'Umbria alla Repubblica romana (1798) e la successiva annessione all'impero nel 1808, con il nome di dipartimento del Trasimeno. Restaurato il governo papale nel 1814, in Umbria si formarono nuclei di patrioti liberali che parteciparono ai moti del 1831 in Romagna. Nella fase decisiva per l'attuazione dell'unità d'Italia, l'insurrezione di Perugia del 1859 fu il preludio all'annessione dell'Umbria: occupata dalle truppe sarde nel settembre 1860, con un plebiscito la regione aderì al nascente Regno d'Italia. Dopo l'unità, e più marcatamente nei primi cinquant'anni del XX secolo, vide rafforzarsi quella bipartizione che l'aveva contraddistinta sin dai tempi dei romani: una parte rimase caratterizzata dalla persistenza dell'economia agricola e dal rilievo culturale della capitale, Perugia; l'altra, con epicentro a Terni, fu segnata dalla diffusione delle fabbriche legate al settore dell'industria pesante.