Le più importanti tappe della storia della Regione PIEMONTE

La regione deve il nome al fatto di trovarsi "ai piedi dei monti": le imponenti catene alpine accolgono rinomate località sciistiche quali Sestriere, Bardonecchia, Limone Piemonte.
Il capoluogo, Torino, è una città d'arte barocca ricca di storia con uno dei musei egizi più importanti del mondo. Oltre alla presenza di grandi industrie, nel Piemonte hanno particolare rilievo le produzioni vinicole (Barolo e Barbera) delle colline meridionali. Le colline delle Langhe e del Monferrato sono famose per le delizie enogastronomiche, prodotti tipici e per il pregiato tartufo bianco.

Gli antichi abitanti del Piemonte dovettero confrontarsi con paesaggi assai diversi, adattandosi con l'evolversi della civiltà stessa. Prima cacciatori dell'antica età della pietra, poi contadini sedentari del Neolitico, infine grandi tribù durante l'età dei metalli.
Attorno al 1000 a.C. le diverse tribù stabiliscono un contatto e attraverso la regione iniziano a transitare le merci tra nord e sud Europa. Queste sono etnie ben differenziate, come gli Insubri, i Salassi ed i Taurini, suddivise per discendenza e cultura in popolazioni celtiche e liguri.
Tranne che per alcune zone alpine, la regione fu conquistata dai Romani, negli anni successivi alla discesa di Annibale e con il riordinamento augusteo dell'Italia, il Piemonte fu compreso in parte nella XI regione, la Transpadana, e parte nella IX, la Liguria.

Invaso dagli Ostrogoti e dai Borgognoni (secc. V-VI), fu completamente distrutto e fu solo dopo la restaurazione bizantina, con l'invasione longobarda, che si ebbe una prima sistemazione della regione che prese il nome di Neustria. Probabilmente divisa nei ducati di Novara, Ivrea, Asti, Tortona e Torino, fu teatro di una lotta per il predominio, che vide Torino prevalere, ed alcuni suoi duchi diventare re (Agilulfo, Arioaldo, Garibaldo, Ragimperto). L'eccessiva potenza dei duchi della Neustria, e specie di quello di Torino, però indussero i re longobardi a sostituirli.
Con l'introduzione del cristianesimo, probabilmente nel IV sec., il territorio fu diviso in diocesi (Torino, Ivrea, Aosta, Alba, Acqui), che nel V sec. aumentarono con l'aggiunta di Tortona, Asti, Novara e Vercelli.
Il sistema feudale fu introdotto dai Franchi, e vi si creò una potente aristocrazia laica ed ecclesiastica, specie inseguito al formarsi del Regno Italico feudale del IX e X sec.
Oltre al comitato di Torino, acquistò importanza rilevante quello di Ivrea, unito alla contea di Aosta, che, sotto gli Anscarici e gli Arduinici, diventò centro della politica italica.
Tra la lotta delle investiture (XI sec.), in cui la stessa contea fece da intermediaria tra papato e Impero, e le lotte antisveve (XII-XIII sec.), il Piemonte passò da una struttura integralmente feudale e monastica alla nascita dei comuni, sollecitati dall'incremento demografico, commerciale e agricolo. Asti (il più potente Comune nella regione, noto per le sue imponenti attività bancarie), Chieri, Ivrea, Novara, Torino, Tortona (XI sec.), Cuneo, Mondovì, Vercelli, Alba (XII sec.); Savigliano (XIII sec.), ecc.
Contro molte di queste città si allearono le forze feudali, come il Monferrato, e l'imperatore Federico I Barbarossa finché si arrivò alla pace di Costanza (1183), ed al riconoscimento dell'autonomia delle città.
L'eterna lotta tra Asti ed i marchesi del Monferrato, portò alcuni comuni (Cuneo, Busca, Fossano, Savigliano, Mondovì, Cherasco, Alba, Alessandria, Tortona, Chieri, Bra), nella seconda metà del XIII sec., ad allearsi con il re Carlo I d'Angiò, dando il via al dominio angioino nella regione.
Questo dominio durò fino al XIV sec. e fu abbattuto solo con l'allargarsi dell'influenza della famiglia Visconti, che tra il XIV e il XV sec. tenne più o meno continuativamente Alessandria, Vercelli, Tortona, Bra, Alba, Novara, Asti.
I Savoia, tra il XIII e il XV sec., estesero i loro possessi su una vasta sezione del Piemonte, e Amedeo VIII (1391-1434), avuto il titolo di duca di Savoia (1416) e di principe di Piemonte (1418), avviò l'unificazione politica e amministrativa dei possessi della famiglia.
Il Piemonte rimase però aperto ai vari influssi francesi, del marchesato di Saluzzo e di Asti, dove alla dominazione subentrò quella degli Orléans.
La spedizione di Carlo VIII (1494-1495), a cui i principi piemontesi lasciarono libero transito, avviò un periodo di dipendenza straniera che culminò, durante le guerre franco-absburgiche, nella spartizione del Piemonte tra Francia e Spagna (1536-1559).
Col trattato di Cateau-Cambrésis (1559) vennero ricostituiti i domini sabaudi sotto il duca Emanuele Filiberto (1553-1580) e il marchesato del Monferrato, mentre alla Francia restarono Saluzzo, Torino, Chieri, Pinerolo, Chivasso, Asti, e alla Spagna Vercelli.
Il Piemonte, ridotto nella seconda metà del XVII sec. a semi-vassallaggio dal re Luigi XIV, si risollevò durante le guerre di successione. I domini dei Savoia, servirono a unificare la regione e diedero al Piemonte una rilevanza internazionale, relegando però il panorama intellettuale delle città piemontesi ad una condizione di emarginazione dallo spirito rinnovatore dell'Illuminismo.
Il Piemonte si aprì maggiormente alla civiltà europea solo con l'annessione alla Francia (1798) e poi con la partecipazione al Risorgimento.

Nel corso del Novecento il Piemonte è stato protagonista di importanti movimenti sotto ogni profilo. A Torino il liberalismo ha annoverato esponenti illustri come Giolitti, Ruffini, Luigi Einaudi, Piero Gobetti; nelle fabbriche il movimento operaio e socialista ha compiuto le sue prime esperienze di sindacato; nella capitale subalpina è nato il partito comunista di Gramsci e Togliatti; contemporaneamente il capitalismo italiano ha conosciuto alcune delle sue stagioni più significative con la Fiat di Agnelli o l'Olivetti.

Nel capoluogo piemontese hanno fatto i primi passi il cinema, il telefono, la radio, la televisione, la moda, il calcio. Torino, in seguito alla forte espansione industriale, divenne la meta di un esodo quasi biblico della gente proveniente dal Sud Italia, in cerca di lavoro; un fenomeno sociale senza pari nella storia del nostro paese, che portò anche forti tensioni sociali tra persone provenienti da diverse culture.
La città resta comunque specchio esemplare dell'universo piemontese, dei suoi retaggi tradizionali e delle sue spinte più innovative. Il Piemonte è la regione dove si concentra una delle più alte quote di piccoli proprietari contadini e il maggior numero di borghi e villaggi. Ma è anche la regione che , accanto a questi segni di continuità con il passato, ha saputo rinnovarsi nell'ottica della modernità. Il Torinese e il Biellese hanno accentuato la loro vocazione industriale; il Canavese e le Langhe hanno saputo creare una fiorente industria integrata con il territorio, così come i territori tradizionalmente più poveri dell'Astigiano, dell'Alessandrino, del Novarese e del Vercellese, rimasti avvolti in un lungo letargo.
Verso il nuovo secolo, il Piemonte torna ad essere una società di frontiera, proiettata verso l'Europa, dove avranno sempre più importanza il sapere scientifico, la capacità di progettazione e la trasmissione di nuove conoscenze, legate però ad un profondo senso di appartenenza al territorio.