Le più importanti tappe della storia della Regione BASILICATA

Basilicata magica ed ermetica, terra di luce e di argilla, di boschi e di montagne, che ci porta dentro senza neppure saperlo, negli anni della diaspora, nel desiderio del ritorno. Terra anche di contrasti e di allegorie, dove i riti magici di origine pagana, versati da secoli nel credo della religione cristiana, hanno prodotto una cultura mistica particolarmente viva e pregnante, che rende l'etnologo non ricercatore del passato ma cronista del presente.
E al piede di queste montagne solitarie due mari, il Tirreno e lo Ionio, forniscono l'immagine classica delle migliori zone costiere italiane. Basti pensare a Maratea, la finestra lucana sul mare di occidente, che promette tra le sue innumerevoli piccole spiaggie coronate dagli scogli, tranquillità e riservatezza. E a pochi passi dallo Ionio, invece, i "Sassi", definiti in modo così essenziale e scarno, raccontano l'antichissima vita contadina e ne costituiscono una struttura tra le più antiche ed originali.

E' una piccola terra, oltretutto tra le meno densamente popolate d'Italia, eppure è abitata da vari gruppi etnici come quello albanese, che hanno fatto di un territorio povero da millenni, e per secoli alla periferia dei principali avvenimenti storici, uno scudo per la propria sopravvivenza.
Oggi, che la nuova aggressione della vita moderna si sta rapidamente estendendo e restringe sempre più gli ancestrali modelli della vita agreste, la Basilicata "regge" ancora in molte zone a questa poderosa spinta e conserva valori, tradizioni e costumi offrendoli al visitatore in modo discreto e schietto.
Ecco perchè conoscere la Basilicata rappresenta oggi realmente un'esperienza unica e bellissima. E quando da ogni parte si parla di natura incontaminata, di grandi spazi aperti e si portano a paragone i Paesi stranieri, non si deve dimenticare che anche nel Meridione italiano c'è una regione che può offrire a piene mani tutto questo. E in più l'idea precisa della propria storia.
Al di là dell'aspetto archelogico la Lucania ha origine con i Lyki, popolazione proveniente dall'Anatolia, mentre a partire dall'VIII secolo sulle coste s'insediano i Greci. Comunque la Lucania di allora avava confini diversi da oggi: infatti si estendeva tra i fiumi Lao (Calabria) e Sele (Campania) sul Tirreno e tra i fiumi Crati (Calabria) e Bradano (Lucania) sullo IOnio.
Intanto tribù osco-sabelliche scendono dall'interno per combattere il predominio greco che, non dimentichiamolo, arriva sino a Poseidonia-Paestum, loro capitale. Distruggono tutto, tranne Elea-Velia. Dopo l'avvento di Roma, i Lucani si alleano con Pirro ma poi seguono le vicende romane, quindi anche la caduta dell'Impero e l'arrivo dei barbari.
I Longobardi, nel secolo VI, conquistano la regione dopo aver combattuto Bizantini e Saraceni, includendola poi nel principato di Salerno, con l'esclusione di Melfi, Venosa, Forenza, Genzano, Montepeloso (Irsina) che si uniscono alla Puglia: questa invasione contribuisce a diversificare, per tradizioni e carattere, le popolazioni. Nell'XI secolo i Normanni fanno di Melfi il centro della corte sino al 1186 quando la normanna Costanza d'Altavilla sposa Enrico VI di Svevia, a cui succede Federico II che da Melfi, nel 1231, emana le "Costitutiones".
Nel 1250 muore Federico e dopo una breve parentesi va sul trono Carlo d'Angiò: la Basilicata diventa terreno di aspre lotte tra gli Angiò e i fedeli agli Svevi. La famiglia più importante e con i più grandi territori di proprietà è quella dei Sanseverino. Subentrano i Durazzo e gli Aragonesi: nel castello di Miglionico, battezzato dal popolo del Malconsiglio, si ha, nel 1481, la famosa "Congiura dei Baroni" contro Ferdinando I (Ferrante) per ridare la corona agli Angiò. Tutti i baroni vengono uccisi, tranne il Sanseverino che, rifugiatosi in Francia, sollecita l'arrivo di Carlo VIII. Arriva nel 1495 ma presto cominciano i problemi con gli Spagnoli che conserveranno il regno dal 1500 fino al 1707.
Nel 1663 la Basilicata diviene una vera provincia del Regno, capoluogo viene nominata Matera, sede di Regia Udienza, città già parte della terra d'Otranto. Nel 1734 Carlo III di Borbone sale sul trono di Napoli. La sua dinastia rimarrà fino al 1860 salvo il periodo Napoleonico. Nel 1806 Giuseppe Bonaparte Re di Napoli e fratello di Napoleone trasferisce la sede del capoluogo a Potenza. Viva è la partecipazione di molti lucani al processo risorgimentale. Nel periodo della carboneria la Basilicata ha molte "vendite" ed una brigata di Lucani affianca Garibaldi nella decisiva battaglia del Volturno (1860). Negli anni postunitari imperversa il brigantaggio, oggetto di inchieste parlamentari.
Nel 1902 il Capo di Governo Giuseppe Zanardelli compie una lunga visita nella regione. nel 1905 viene emanata la legge speciale della Basilicata in vigore fino a pochi anni fa allo scopo di migliorare la vita economica e sociale con interventi pubblici.
Nel 1927 Matera diventa la seconda provincia della Basilicata.
Nel settembre del 1943 la Regione viene "liberata" dalle forze alleate provenienti dalla Calabria. Particolarmente significativi gli episodi di Matera e Rionero per concorso spontaneo di popolo.

Il Territorio:

La superficie è di 9.992 kmq; la popolazione di 603.000 abitanti divisi nei 131 comuni delle province di Potenza e di Matera. Nei suoi circa 10.000 kmq conta 7/10 di montagna, 2/10 di collina e 1/10 di pianura in cui si distingue la parte occidentale, montuosa, dalla parte litorale e da quella centrale collinosa, più alta e boschiva nel melfese fino all'arida murgia materana. Il nome della regione è stato mutato alcune volte: quello classico di " Lucania " è stato ripristinato nel periodo fascista ma poi il 27/12/47, la Costituzione sanciva ufficialmente quello di "Basilicata", da basilikos, amministratore bizantino della giustizia.
Forse il destino della Basilicata e nato quando è nata la posizione della regione, incassata tra la Campania a ovest, la Puglia a nord e ad est, la Calabria a sud. Risente infatti delle tre regioni dal punto di vista orografico, economico, caratteriale, storico. C'è da dire, però, che la Basilicata ha difeso con le unghie e con i denti la sua identità e, come immagine complessiva c'è senz'altro riuscita.