Le più importanti tappe della storia della Regione MOLISE
Confinante con le regioni Campania, Abruzzo, Puglia, Lazio e con il Mar Adriatico, il Molise presenta un paesaggio inconfondibile, dato dall'incursione dell'Appennino che determina un terreno ricco di calcare, marmo e argilla, diffondendo fenomeni carsici come doline e grotte.
Nel territorio molisano segni di vita umana attraverso utensili ed altri oggetti rinvenuti costituiscono indizio della presenza dell'uomo sin da epoca preistorica. Successivamente, in epoca storica, il territorio molisano fu abitato dai Sanniti che, organizzati in tribù, occuparono anche le terre delle regioni limitrofe.
Le tribù presenti nel nostro territorio furono quelle dei Pentri, dei Frentani e dei Caraceni (o Carricini).
I Frentani si stabilirono presso la fascia costiera del Mare Adriatico con capitale Frentum (Larino), i Pentri nella parte interna del Molise con capitale Bovianum Vetus, mentre i Caraceni in altre località dell'alto Molise.Ciò è desumibile da vari ritrovamenti; tra questi il più significativo è quello avvenuto nel 1848, in agro di Capracotta, della lamina in bronzo con iscrizione osca, la lingua parlata dai Sanniti, comunemente chiamata "TAVOLA OSCA" e attualmente conservata nel Museo Britannico.
Tra i numerosi centri sanniti ricordiamo Saepinum (Terravecchia), Tarventum, Kale, Larinum, Aesernia, Duronia, Venafrum, Fagifule (nell'agro di Montagano). Durante la terza guerra sannitica, la Sepino sannita (Terravecchia), centro fortificato e situato in alto su di una collina, fu espugnata nel 293 a. C. dal Console Papiro Cursore (Tito Livio X-45). I pochi superstiti, abbandonarono la città ridotta un cumulo di macerie e scesero a valle in località Altilia. Si accamparono in prossimità del tratturo (Pescasseroli-Candela) che congiunge il versante di Bojano con quello di Benevento e impiantarono un modesto villaggio. In quel luogo le popolazioni trovarono buone condizioni di vita sia per la fertilità dei terreni sia per il commercio di tipo pastorale. Con la sconfitta definitiva dei Sanniti per opera dei Romani, sotto l'influenza di questi ultimi , da modesto villaggio, la Sepino romana (Altilia) nel 1° sec. d. C. divenne centro rurale di una certa consistenza.
Ottenuto il titolo di municipio, Augusto diede incarico a Tiberio e Druso di far cingere la città di mura e fece eseguire la sistemazione delle due arterie stradali principali ( il Cardo e il Decumano). In questo periodo sorsero tutti i principali edifici (forum, capitolium, basilica, macellum, terme, forse il teatro), probabilmente dietro ispirazione o per intervento diretto della casa imperiale, come è il caso delle mura, la cui costruzione risale agli anni 2 a.C. - 4 d.C. La costruzione del complesso delle mura, delle porte e delle torri, dovuta alla cassa privata di Tiberio, fu senz'altro ispirata da Augusto stesso.
Sempre nella stessa data (293 a. C.) anche Duronia fu assoggettata ai romani e assunse il nome di Civitavecchia, che mantenne fino al 1875. Sotto Augusto , oltre la Sepino romana (Altilia) che fu molto fiorente fino al V° secolo d.C, anche altre città sannite divennero importanti colonie militari.
Venafro fu una delle più fiorenti (Colonia Augusta Julia Venafrum) come ci ricordano Orazio, Plinio, Cicerone. Stessa sorte toccò a Larino, città in cui sorse un imponente anfiteatro che poteva contenere circa 24000 persone in cui si davano spettacoli con i gladiatori.
In questo periodo il Molise venne compreso, insieme con l'Abruzzo, nella IV Regio e l'intero territorio prese il nome di SAMNIUM. Con la caduta dell'Impero Romano, il Molise fu teatro delle invasioni barbariche, degli Eruli, degli Ostrogoti e dei Bizantini. Molte città furono rase al suolo. Per questo motivo come in altre regioni d'Italia vi sono scarse testimonianze di arte in questo periodo.
La guerra greco-gotica (535-553) determinò un ulteriore aggravarsi della crisi economica e demografica di Saepinum e delle altre colonie romane.
A Saepinum crollarono per abbandono gli edifici più importanti, mentre l'area abitata si restrinse ed alcune aree poste ai suoi margini vennero utilizzate come necropoli. Il territorio circostante fu così coltivato sempre meno. Con la dominazione longobarda, nel 572 ebbe inizio nel Molise il feudalesimo. Il territorio fu aggregato al ducato di Benevento e sorsero i primi castelli arroccati sulle alture, circondati in basso da modeste casupole. A questo periodo si fa risalire l'origine di Campobasso e quindi la costruzione della parte vecchia della città con il castello che troneggia in alto, e degli altri castelli: quello di Petrella Tifernina, di Montagano, di Tufara, di Civita di Bojano.
Nel 667 d. C. i duchi longobardi di Benevento concessero Bojanola piana di Saepinum ad una colonia di bulgari. La città, grazie a questa nuova presenza umana, recuperò parte del suo ruolo amministrativo rispetto al territorio municipale. Dopo la conversione dei longobardi al cattolicesimo, la Chiesa acquistò nella regione un grande potere, dovuto anche agli ampi possedimenti che vi deteneva. Quasi contemporaneamente iniziò il processo di recupero all'agricoltura della piana di Sepino, grazie all'opera del monastero benedettino di Santa Sofia di Benevento. Per il notevole interesse storico - artistico si distinsero: l'abbazia Benedettina di S. Vincenzo al Volturno, risalente al 705 d.C. in agro di Rocchetta al Volturno e quella di Montecassino. Nelle campagne l'intervento dell'uomo si fece sempre più consistente fino alla seconda metà del sec. IX, allorchè si riversarono nella regione i saraceni che, con le loro incursioni, sparsero il terrore. Molte città del Sannio furono costrette a subire le loro angherie, tra queste anche la Saepinum romana che li vide accampati nell'882 d. C. entro il suo perimetro.
La popolazione delle campagne, che intanto aveva acquistato una propria identità, cercò di recuperare le cime che circondavano la piana trovando rifugio dal pericolo saraceno, e determinando così la nascita di castelli sui monti posti intorno alla pianura.
Le bande di saraceni che attraversarono il Molise nella seconda metà del secolo IX spinsero anche la popolazione della Saepinum romana a trovare rifugio nel Castellum Saepini, l'attuale Sepino, posta in montagna e quindi molto più sicura della città situata in pianura.
Il territorio molisano, per questo motivo, decadde economicamente e nel secolo successivo fu conteso dai bizantini e longobardi. Questa situazione perdurò fino alla prima metà del sec. XI, quando sui centri della piana si sovrappose la presenza normanna e il formarsi delle contee. A differenza dei saraceni, i normanni della contea di Bojano s'imposero saldamente sul territorio come feudatari dei vari centri abitati posti intorno alla piana del Tammaro. Si successero così i conti di Molisio che secondo alcuni diedero origine al nome della regione: prima Rodolfo (1092) poi Ugo I (1095) e infine Ugo II ( fino al 1168). La contea fu quindi ceduta a Riccardo della Mandra e poi ai Conti di Celano (inizio sec. XIII). Passato nelle mani di Federico II di Svevia il territorio venne trasformato in giustizierato. In questo periodo, il feudalesimo assunse strutture più solide e oltre a rinforzare i castelli esistenti (tipico esempio è quello di Termoli lungo la costa) se ne costruirono altri, si innalzarono nuove mura di cinta, e vennero realizzate chiese e nuove opere di utilità pubblica. Contemporaneamente il paesaggio interno, caratterizzato nel sec. VII dalla macchia e dalla palude, si trasformò: la piana del Tammaro venne completamente dissodata; orzo e frumento furono le colture principali e, mentre venivano recuperate fette di bosco all'agricoltura, la transumanza ridiede vita al tratturo che attraversava l'antica città romana di Saepinum, ridotta ormai a pochi ruderi.
Nei secoli successivi , il Molise seguì le sorti politiche dell' Italia meridionale e precisamente della vicina Campania e della Puglia, subendo una gravissima decadenza ecomomica-sociale.
Nel 1807 fu dichiarata provincia autonoma (Provincia di Molise) e nel 1860, infine, assieme all'Abruzzo, fu riunita al resto del territorio italiano. Neppure dopo l'annessione al Regno d'Italia il Molise conobbe un immediato miglioramento tanto che diventò uno dei centri maggiori di brigantaggio. Nel 1963 il Molise staccatosi dall'Abruzzo, è diventata la XX regione Italiana e nel 1970 il suo territorio è stato suddiviso nelle due province di Campobasso ed Isernia, per un totale di 136 comuni (84 per Campobasso e 52 per Isernia).