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"Riserva Naturale Alta Valle del Tevere - Monte Nero" |
La
Riserva dell'Alta Valle del Tevere appare come una zona
selvaggia ed inaccessibile nella quale la presenza umana è
così poco intensa che persino un animale così diffidente come
il lupo vi si trova a suo agio. Ai margini dell'area protetta
si aprono prati, pascoli ed arbusteti, colonizzati da cespugli
di rose selvatiche, ginepro e rovo che sono il terreno di
caccia per la poiana, il gheppio e |
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l'aquila reale, che, di tanto
in tanto, compare nella zona. I boschi sono costituiti
soprattutto dal cerro e, mano a mano che si sale, dal faggio e
poi dal tasso, dagli aceri (acero montano, riccio
e opalo) e dai rari tiglio nostrano e tiglio selvatico. Nelle
radure la primavera porta con sé la fioritura spettacolare
del giglio martagone, del giglio rosso e di varie specie di
orchidee; nel bosco quella precoce e vistosa di primule ed
anemoni e quella delicata e bizzarra dell'aquilegia. Alle aree
coperte dal bosco si contrappongono, nei pressi del confine
con la Romagna, talune aree quasi completamente spoglie nelle
quali la roccia grigiastra composta da marne ed argille si
sgretola in fini ed instabili scagliette. A mala pena
riescono a crescervi rarissimi e stentati arbusti di orniello,
carpino nero, e maggio ciondolo e qualche piccolo cuscino di
timo. Nella stessa zona, sulla sommità di alcuni rilievi, si
sono originati peculiari anfiteatri rocciosi per il netto
distacco di estesi blocchi di roccia. Ambienti rupicoli e
macereti, singolari ed ostili, sono la culla per piante rare
tra le quali la dafne alpina (Daphne alpina), un cespuglieto
contorto, caducifoglio, dai piccoli fiori lattei profumati di
vaniglia La Riserva naturale Alta Valle del Tevere-Monte Nero
(405 ha) comprende un territorio per gran parte boscato posto
sulla destra idrografica dell'alto bacino del Tevere, al
confine tra la provincia di Arezzo e L'Emilia Romagna. L'area
protetta si estende dai 750 m di altitudine sino ai 1234 m
della sua cima più elevata, il monte Nero. Attorno ad essa si
estende un'ampia Oasi di protezione faunistica, in cui vige il
divieto di caccia. Per raggiungere la riserva, da Pieve S.
Stefano si percorre la statale n. 3 bis in direzione nord.
Prima di Valsavignone si imbocca il bivio a sinistra che
porta verso Cirignone e pochi metri prima di questo piccolo
abitato si svolta ancora a sinistra, in una comoda strada
sterrata che porta sino al Passo delle Gualanciole, nella zona
sud-occidentale della riserva. Mano a mano che si sale il
panorama domina la verde Alta Valtiberina; giunti al Passo
delle Gualanciole invece ci si affaccia anche ad ovest, sul
bel territorio casentinese della Vallesanta. Questa zona della
riserva è attraversata dalla GEA e da vari sentieri CAI; la
parte occidentale dell'area protetta è invece più
difficilmente raggiungibile. |
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