Oggi visitiamo "Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano"

Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, secondo parco in Italia per dimensioni, si estende dalla costa tirrenica fino ai piedi dell' appennino campano - lucano, comprendendo le cime degli Alburni, del Cervati e del Gelbison, nonché i contrafforti costieri del M. Bulgheria e del M. Stella. Alle straordinarie emergenze naturalistiche, dovute alla notevole eterogeneità del territorio, si affiancano il carattere mitico e misterioso di una terra ricca di storia e cultura: il richiamo della ninfa Leucosia, alle spiaggie dove Palinuro lasciò Enea, dai resti delle colonie greche di Elea e Paestum, alla splendida Certosa di Padula. E quanto altro potrete trovare in una terra ancora tutta da scoprire.

Tra le maggiori emergenze naturali del Parco del Cilento, il Monte Cervati con i suoi 1.898 metri, il più alto della Campania. Per questo "primato", geografico, e naturalmente a maggior ragione per i suoi aspetti naturalistici, paesaggistici e forestali, il Cervati, insieme con la zona del Monte Sacro o Gelbison che domina Vallo della Lucania,  rappresenta un sistema morfologico davvero unico. Caratteristiche del Monte le distese di Lavanda, che in certe stagioni coprono di azzurro le zone non boscate e perfino i margini delle faggete, ed il cui profumo richiama una ricca entomofauna.
I Monti degli Alburni, il cui nome deriva da "albus", per la bianca presenza di calcari del Cretaceo, costituiscono la parte settentrionale del Cilento e si estendono per circa 200 km quadrati. Questa loro natura calcarea ha originato anche spettacolari grotte, come quelle di Castelcivita, abitate fin dal Neolitico, quelle di Pertosa, che si intrecciano per circa 2000 m e nelle quali sono stati rinvenuti resti di stambecchi, di cinghiali e un bovide oggi estinto: l' uro (Bos primigenius). Il panorama che si gode dalla sommità del massiccio, a 1742 m di altitudine, è eccezionale: gli Alburni rappresentano un balcone naturale dal quale e possibile osservare tutta intera la piana del Sele, del Tanagro, del Calore, i contrafforti interni del Cilento, il mare lontano. La fascia costiera, caratterizzata da due Parchi Marini, quello degli Infreschi e di Santa Maria di Castellabate, ha un aspetto tipicamente mediterraneo, con un
succedersi di insenature, piccole spiaggie sabbiose, pareti ripide e promontori dominati da antiche torri di guardia, a difesa dei nuclei urbani interni.
Di particolare interesse naturalistico e scientifico e l' avifauna. E' accertata la presenza dell' aquila reale, nidificante nel comprensorio del Cervati, della rarissima coturnice, soprattutto nel tratto appenninico compreso tra Sanza e Rofrano; del gracchio corallino, specie caratteristica dell' alta montagna e in diminuzione ovunque. Interessante è la presenza dello sparviere, rapace tipico degli ecosistemi forestali. Quì, nidificano inoltre, il picchio verde, il picchio rosso maggiore ed il rarissimo picchio nero. Tra i mammiferi sono presenti il cinghiale, la martora,il tasso, la volpe ed il lupo, in rappresentanza di un nuovo e ricco equilibrio ecologico. Altrettanto importante, dal punto di vista fitogeografico, è il patrimonio floristico vegetazionale del parco. Le circa 3000 specie botaniche presenti si associano in un mosaico di paesaggi vegetali che variano dalla ricchissima e variegata macchia mediterranea, alle verdi pinete costiere, dalle leccete ai boschi misti di latifoglie dell' area collinare e pedemontana; ed ancora, più in alto, lussureggianti boschi di faggio a volte misti a relitti di Abete bianco e Betulla, che trapassano nei tipici pascoli montani appenninici. Le entità più significative sono la Primula palinuri e la Genista cilentina, endemismi puntiformi del Parco. Ad esse si accompagnano numerose e rare entita
che caratterizzano i vari habitat presenti in tutto il territorio.
Dopo "Roccagloriosa", "Moio della Civitella", uno dei siti archeologici più suggestivi del Cilento interno, amplia lo scenario della Rete dei Musei del Parco, oltre 20 piccole "realtà-laboratorio" della cultura e civiltà locale del Parco. Sicuramente l' inagurazione del Parco Archeologico, curato dalla Soprintendenza Archeologica di Salerno d' intesa con il Parco, è una tappa considerevole, per la riscoperta e la valorizzazione di un immenso scrigno di ricchezze che, in questo modo, diviene Patrimonio Mondiale dell' Umanità.
Tratto dal sito della regione Campania -
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

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