Oggi visitiamo "Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell' Abbadessa" | |
Il parco, situato sulle prime colline bolognesi, comprende una fascia di affioramenti gessosi, che hanno dato vita ad un complesso carsico di estremo interesse e i suggestivi Calanchi dell' Abbadessa. Per quanto intaccati dalle passate attività estrattive, i gessi bolognesi rappresentano una delle principali emergenze naturalistiche della regione, con doline, altipiani, valli cieche e rupi che modellano il paesaggio e ospitano una vegetazione caratterizzata da presenze mediterranee e specie legate a fasce altitudinali più elevate. Per la natura carsica del gesso, in queste aree si osservano doline, valli cieche, inghiottitoi, |
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erosioni a candela e sono celati gli ingressi
di oltre 100 grotte tra cui quelle famosissime del Farneto e
della Spipola. Le cavità naturali del parco ospitano una
fauna ipogea di grande interesse scientifico: alcune specie
di chirotteri e vari invertebrati che si sono evoluti e
specializzati alla vita nelle tenebre. I gessi sono
attraversati da complessi sistemi di acque sotterranee. L'
esempio più significativo si trova presso la Croara; nella
valle cieca dell' Acquafredda il rio omonimo si inabissa per
tornare alla luce dopo quasi tre chilometri in una
risorgente lungo il Savena. Dolci pendici coltivate a
seminativi fanno da cornice a luoghi aspri, nei quali si è
conservata una natura quasi intatta. Particolarmente
suggestivi e selvaggi sono gli affioramenti gessosi tra Zena
e Idice, con le grandi doline dell' lnferno e della Goibola
e la bella valle cieca di Ronzano, chiusa da imponenti
falesie selenitiche. Le rupi gessose sono rivestite da una
vegetazione ridotta e discontinua, da piccole piante erbacee
adattate alla vita sulla roccia e aromatiche che in estate
sprigionano intensi
profumi. A tratti la copertura vegetale si arricchisce di
folti boschi, arbusteti e slepi che si fondono con gli
affioramenti, delimitando le aree ancora coltivate. Dai
punti più elevati lo sguardo abbraccia i solchi delle valli
principali, che di lì a poco sfumano nella grande pianura, e
nelle giornate più limpide l'orizzonte è chiuso dalla
visione quasi irreale delle Alpi. Nelle zone di affioramento
del gesso le sommità corrispondono a dossi argentei dove
risalta la struttura cristallina della roccia la cui
luminosità madreperlacea le ha meritato il nome di sélenite
(pietra lunare). |
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