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A causa delle rigide e lunghe stagioni invernali, i monti della Laga sicuramente non sono stati il luogo più adatto per lo stanziamento di villaggi preistorici ma le tracce giunte fino a noi sono sporadiche e soprattutto fortuite. Spesso è capitato infatti all'attento e fortunato escursionista di imbattersi in gradite sorprese rivelatesi poi essere cuspidi di frecce, raschiatoi e cocci di ceramica ad impasto tutti riconducibili al periodo Eneolitico. Pochi quindi gli elementi per tentare una qualsiasi forma di ricostruzione storica già difficoltosa per le epoche successive. Infatti dalla Preistoria facciamo un salto veramente lungo ed arriviamo a dopo il Mille. Per lungo tempo erroneamente si è confusa l'origine di Campotosto con quella di un villaggio situato a qualche km più a Nord, Serra di Mollionico, ma conosciuto come Santo Iaco (dal nome della chiesa San Giacomo) e menzionato per la prima volta dalle fonti nel 1068. Con l'attuale disponibilità delle fonti storiche possiamo invece porre come punto di partenza per il nostro viaggio la metà del XIII secolo: a quest'epoca risale, infatti, un elenco di chiese dipendenti dal vescovo di Rieti tra le quali è menzionata anche "Santa Maria di Campotosto" e San Giorgio "de Cancellis". Nel 1317 Campotosto venne menzionato per la prima volta come facente parte del contado di Amatrice. Nel 1318 Campotosto si trovò coinvolto nelle lotte di confine tra L'Aquila ed Amatrice, e in quella occasione fu saccheggiata dagli aquilani. Nel 1380 la città di Amatrice dopo Città Reale si diede a danneggiare il territorio di L'Aquila dove il Capitano di San Valentino indisse guerra agli amatriciani e si pose alla testa delle forze aquilane; Campotosto fu distrutto ma Amatrice non venne presa. Un secolo più tardi, 1479, Campotosto subì ancora gravi devastazioni ad opera degli aquilani sempre in lotta con Amatrice per questioni di confine. Nel 1491 iniziò una lunga lite tra la città di L'Aquila e le genti di Mascioni e Campotosto (paesi al di fuori del comune di L'Aquila ma appartenenti a Montereale il primo e ad Amatrice il secondo) le quali già da alcuni anni si avvalevano dei territori di Pedicino, appartenenti a L'Aquila, senza pagare alcun tributo; la lite fu portata nei tribunali di Napoli e si concluse solo nel 1604 con la vittoria della causa da parte di L'Aquila. Nel 1538 Carlo V D'Asburgo concesse in feudo Amatrice, e quindi anche Campotosto, ad Alessandro Vitelli da cui passò alla figlia Beatrice e da lei alla famiglia Orsini. Nel 1639 il paese venne devastato da un violento terremoto il cui epicentro era localizzato pochi km più a Nord. Nel 1641 diventa feudo del duca Francesco Barile. Nel XVII secolo Campotosto diventa, per poco tempo, il più grande e popoloso villaggio del contado amatriciano tanto che si governò da solo e addirittura, nel 1676, per pochi anni fu completamente autonomo riuscendo a staccare 13 villaggi dal governo di Amatrice tra cui Preta, Capricchia, Castel Trione, Ritrosi e Cornillo Nuovo. Alcuni anni più tardi tutto tornò sotto il controllo di Amatrice, Campotosto compreso. Alla fine del XVIII secolo Campotosto riuscì a fatica ad ottenere l'autonomia da Amatrice e divenne Comune Centrale con l'aggiunta di Mascioni e Poggio Cancelli che fino ad allora avevano fatto parte del Territorio di Montereale. Nel 1817 il comune è ancora sotto il Circondario di Montereale, solo che quest'ultimo non è più distretto di Cittaducale ma è stato incluso in quello di L'Aquila. Alla fine dell'800 al comune fu aggregato anche il nucleo di Ortolano, situato nella alta Valle del Vomano.