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La prima notizia storica in merito alle origini di Petriano è riportata nella pergamena del B. Mainardo, vescovo do Urbino, ed è datata 21 Gennaio 1069. Con tale scritto il vescovo del ducato sanciva il possesso di alcune Chiese fra le quali era indicato il "Sacro Martini in Petriano". Da qui si possono facilmente dedurre i legami ed i vincoli che questo piccolo Comune ha avuto in tutti questi anni con la città ducale. Un ruolo, quello di Petriano, strategico, grazie alla sua ubicazione che gli consentiva di dominare un vasto territorio sottostante garantendo quindi una protezione concreta nei confronti del Ducato di Urbino. E' evicente pertanto che i signoriche si sono susseguiti alla guida del Granducato hanno avuto sempre un rispetto e una grande considerazione per Petriano, Comune fedele e che in più di un occasione ha saputo conquistarsi meriti e stima. Dal 1219 Petriano è entrato a far parte dello stato di Urbino e, di conseguenza, ha dovuto seguire più o meno fortunatamente tutte le vicende che hanno segnato la storia della città feltresca. La Comunità Petrianese anche sotto il Ducato di Urbino era retta dai Massari che, di volta in volta, erano eletti fra le famiglie più vecchie e più in vista del luogo. In questo periodo Petriano conobbe sicuramente il massimo splendore storico. Infatti sotto i Duchi di Urbino si ebbe la costruzione del Castello di Petriano (oggi diventato sede del Comune), con all' interno l' Oratorio di San Rocco ricoperto di bellisssimi dipinti e un suggestivo portico dove, sulla parete esterna trovava la sua ubicazione la posta pubblica. Esisteva anche un ospedale, costruito nel 1422 da Bonaiuto Ramuzi da Petriano, dove i poveri, gli ammalati e viandanti avevano l' opportunità di trovare ristoro e un sicuro ricovero. Due Chiese, inoltre, erano addossate alla struttura ospedaliera, quella di S. Maria del Bonaiuto e quella della Madonna Nova della SS.Annunziata. Su di esse figuravano scolpite le bellissime immagine della Madonna col Bambino, S. Giuseppe e S. Anna, nonchè una tela di S. Lucia posta su un altare laterale della cappella. Entro la prima metà del secolo XIX è stato incaricato di restaurare l' oratorio il pittore urbinate Francesco Antonio Rondelli (1759-1848), il quale ha ricomposto un quadro con le immagini esistenti, che è poi quello che si conserva ancora oggi nella Chiesa parrocchiale di Petriano. Il secondo oratorio costruito verso la fine del XVI secolo e dedicato alla SS. Annunziata portava rappresentato un affresco della Madonna col Bambino. Grande rilevanza nella vita della Comunità petrianese ha assunto, nell' anno 1574, la fusione di una campana dal peso di oltre 3 quintali che testimonia la secolare espressione di unità e di attaccamento della popolazione alle proprie origini e alla propria terra. Sicuramente degna di nota per il valore archeologico storico e culturale che riveste, è la Chiesa di S. Maria in Calafria che venne edificata nel 1290. All' interno di essa è conservata la tela che rappresenta la vergine Assunte, del pittore urbinate Domenico Gianotti, datata 1714. Poco lontane da questa costruzione sono ubicate le sorgenti della Valzangona, che fin dai tempi dei Duchi godevano di grande rinomanza terapeutica. Era facile, infatti, imbattersi in un signore di Urbino che veniva a Petriano a "passare le acque" come viene detto in gergo. Anche Raffaello stesso amava trascorrere dei periodi in mezzo a queste acque che lui ha definito "miracolose". Ai primi di questo secolo furono riportate in auge e Oreste Ruggeri vi impiantò un attrezzato stabilimento balneare per cure di acqua e bagni di fango. E' seguito un periodo di declino al quale oggi si è cercato di porre realmente fine.