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Luogo privilegiato della geografia spirituale, Urbino si configura come un centro di irradiazione culturale e civile a livello internazionale: città dalle mille suggestioni, eretta in un sito apparentemente ostico, un colle circolare piuttosto ampio, costituisce l' approdo ideale per chi voglia condurre un viaggio nello spazio ma soprattutto nel tempo. Il Palazzo che Federico di Montefeltro costruì nella sommità del colle, ingentilito dalla magica forma dei due Torricini, idealmente rivolti verso le alture della Toscana, culla di civiltà, rappresentò il segno di una potenza improntata a una concezione di vita aperta alla cultura, all' arte, al buon governo. E ancor oggi la Casa del Duca è aperta a chi voglia avventurarsi nelle contrade della cultura: la vocazione universitaria di una città a misura d'uomo, che contiene infatti i germi di una eredità civile che affonda le radici nel Rinascimento, fa sì che migliaia di giovani studenti provenienti da ogni parte del mondo si integrano naturalmente in nome di un umanesimo che non è scomparso. Nel reticolo dei vicoli e delle piole che costituiscono la trama urbanistica che sorge ai lati del Palazzo si può volutamente perdere la dimensione temporale, in un itinerario ricco di fascino e di sorprese. La struttura abitativa si compenetra mirabilmente nel paesaggio circostante, con le finestre aperte sulla natura e con le piazzette che svelano scenari sorprendenti di versanti montani ordinati e luminosi. Fanno parte di un patrimonio ormai consolidato nello spirito comune i tesori custoditi nella Galleria delle Marche: dalla 'Muta' raffaellesca alla 'Flagellazione' di Piero della Francesca, alla emblematica 'Città Ideale', alle altre espressioni artistiche di ogni tempo. Ma un itinerario meticoloso, che parta proprio da Piazza Duca Federico, consente di imprimere nella mente la mole classicheggiante del Duomo, la lunetta di Luca della Robbia che orna la chiesa di S. Domenico, la casa di Raffaello e l' ex Monastero di S. Chiara, edificio che mostra la mano felice di Francesco di Giorgio Martini, le cui strutture ad archi sono rivolte verso le nitide colline che accolgono il Mausoleo dei Duchi, realizzato dallo stesso architetto, cui si deve anche la rampa elicoidale che conduce alle radici del Palazzo.