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Con la vocazione di una piccola capitale, Urbania è famosa per le maioliche sfornate fin dal 1500 dalle sue oltre 40 fabbriche. La città ha cambiato nome tre volte; durante l' alto Medioevo con il nome di Castel dele Ripe sorgeva alta sul Metauro. Distrutta dai Ghibellini urbinati nel 1227, risorse nel 1284 sull' ansa del fiume ad opera del francese Guglielmo Durante, da cui il nome di Casteldurante (ancora oggi gli abitanti si chiamano durantini). Fu libero comune, dominato dai Brancaleoni, cacciati da Federico II di Montefeltro che amava dilettarsi nelle battute di caccia, alloggiando presso il palazzo ducale che egli stesso aveva trasformato da un preesistente edificio del '200. Dal 1636 fu chiamata Urbania in onore di papa Urbano VIII che la elevò a città e diocesi. Di grande vivacità culturale, fu centro della civiltà benedettina nel medioevo, capoluogo della Massa Trabaria al tempo dei Brancaleoni e residenza della corte dell' ultimo duca di Urbino, Francesco Maria II della Rovere. Notevoli sono le testimonianze storico-culturali che la città conserva. Il Palazzo Ducale innanzitutto, trasformato dall' architetto senese Francesco di Giorgio Martini nel 1400 e da Girolamo Genga nel 1500, con un' identità militare di fortezza nella parte sul fiume, rinascimentale nella sistemazione interna. Ospita il Museo Civico, la Pinacoteca e la Biblioteca, custodendo manoscritti, incisioni, affreschi del 1300 e notevoli dipinti di scuola marchigiana del '500 e '600, carte geografiche, gli stupendi mappamondi cinquecenteschi del Mercatore, maioliche delle botteghe durantine. Per finire, il Museo della Civiltà Contadina ospitato nei sotterranei del palazzo, che raccoglie documenti e attrezzi della vita rurale locale.