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Seravezza sorge ai piedi di uno sperone delle Alpi Apuane, alla confluenza dei fiumi Serra e Vezza. L'economia locale si basa prevalentemente sull'estrazione, sulla lavorazione e sul commercio del marmo, potendo contare sui ricchi giacimenti marmiferi presenti nel territorio. La nascita e il consolidamento del borgo di Seravezza avvenne in epoca medievale. Il nome della località venne infatti citato per la prima volta in un documento ufficiale del 952 come "Sala Vetitia" e solo successivamente assunse la denominazione attuale. Seravezza deriva il suo nome da un composto di "Sera" e di "Vetizza", essendo quest'ultimo un nome di persona di origine longobarda. La storia di Seravezza è legata alle vicende dei nobili di Corvaia e Vallecchia, i quali esercitarono a lungo la propria giurisdizione sul borgo. La rivalità delle due famiglie con la città di Lucca causò numerosi assedi da parte di quest'ultima. Fino all'inizio del Cinquecento Seravezza subì anche occupazioni e distruzioni da parte di truppe straniere. Durante il XVI secolo iniziò la fiorente attività di estrazione e lavorazione del marmo estratto nelle montagne vicine, che si protrasse a lungo alternando periodi floridi a periodi di declino dell'attività stessa. Dalla metà del XVI secolo Seravezza si trovò sottoposta alla giurisdizione della città di Firenze, la quale incentivò lo sfruttamento delle cave di marmo. La dominazione fiorentina si protrasse fino all'inizio del Settecento, quando ai Granduchi de' Medici successero i Duchi di Lorena. In quel periodo l'attività marmifera subì una battuta d'arresto per poi riprendersi e accrescersi notevolmente all'inizio dell'Ottocento, quando nacquero anche le prime industrie per la lavorazione industriale del materiale marmifero. Nel 1861 Seravezza venne annessa al Regno d'Italia dal Re Vittorio Emanuele II di Savoia.