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Le origini di Aprigliano si riallacciano all'epoca bruzia, quando per la sua posizione ebbe nome Argonio, cioè falcato dal Crati; nome che mantenne fino al 12. secolo. Tuttavia non manca chi vuole allacciarlo all'antico Absistro o Arponium, ma anche Apricus che significa salubre per la sua posizione; per alcuni il nome odierno significa terra ricca di cinghiali dal latino aper-apri. Al tempo dell'Abate Gioacchino appare per la prima volta scritto Arpiliano, e soltanto nel 14. secolo, con la metatesi della r, Apriliano e poi Aprigliano. Allora il paese si componeva dei piccoli casali dei quali oggi portano il nome molte delle frazioni in cui esso è diviso: Agosto, Casignano, Corte, Grupa, Guarno, Pedalina, Petrone, Pera, San Nicola delle Vigne o Vecio, Vico e Santo Stefano. Nel 1558 fu uno dei casali che per ragioni non attinenti prese le armi contro i soldati andati a perseguire i fuoriusciti Il terremoto del 1638 lo danneggiò gravemente. Fu sottoposto ad infeudazione soltanto dal 1644 al 1647 entrando nel dominio del Granduca di Toscana, da cui, unitamente agli altri Casali di Cosenza, fu riscattato dalla rivolta di Celico del 23 maggio 1647 che precorse i moti insurrezionali di quell'anno nel Vicereame di Napoli. In contrasto con quanto operato dai Giacobini nel 1799, violenta fu la reazione dei Borbonici che da Aprigliano mossero per ricondurre al vecchio ordine molti dei vicini Casali. Con l'ordinamento amministrativo disposto dal Generale Championnet venne incluso nel Cantone di Cosenza, mentre con quello successivo del 1806 venne attribuito nel cosiddetto Governo di Pietrafitta. Nel riordino amministrativo del 1811 venne elevato a Capoluogo di Circondario comprendente il Comune di S. Ippolito con Turzano, Pietrafitta, Francone, Vicinanzo, Campitello; il Comune di Casignano con Petrone, Grupa, Guarno, Pera, Santo Stefano, Agosto, Corte e Vico; il Comune di Le Piane con Figline e Francolise; il Comune di Donnici Soprani con Donnici Sottani, e il Comune di Cellara. Nel 1857, soppresso il Comune di Donnici ed aggregato a Cosenza, veniva perduto anche dal circondario di Aprigliano. Fino al 1861 il paese fu chiamato Aprigliano Vico. Danneggiato dal terremoto del 1905, in virtù della legge dell'anno successivo veniva disposto il consolidamento dell'abitato a totale carico dello Stato. D'importanza storica, oltre che architettonica e stilistica, la Chiesa in cui sorge l'Eremo di S. Martino di Canale (anticamente ricadente nel territorio di Aprigliano) e soprattutto la località, che pare debba identificarsi con la località Pietralata, in cui a varie riprese dimorò e infine morì Gioacchino da Fiore. La Chiesa medievale con arcate protogivali improntata allo stile dell'architettura monastica francese del secolo 11., ha un interno ad unica navata, con 3 absidi semicircolari e vasto transetto, ampiamente sporgente sulla nave. La chiesetta, costruita e decorata dallo stesso abate, costituiva luogo di ritiro spirituale.