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Ai piedi del monte Coppolo, su di una rupe che scende a picco sulla riva destra del fiume Sinni, sorgeva, gia' in alto medioevo, il borgo di Favale il cui etimo non puo' essere "campo a coltura di fave" come sostiene il Racioppi ; bensi' "terra ricca di sorgenti d'acqua" che trova riscontro piu' accettabile data la vicinanza del corso del Sinni e dalle numerose sorgenti circostanti. Ignote sono le origini di questo paese, ma se accettiamo alcune tesi degli storici della fine del secolo scorso, possiamo apprendere che Favale, viene chiamata anche "Favace", Favacia". Sulla ricostruzione di Presinace, una "Civitas", forse longobarda, ubicata sulle cime del monte Serramaggiore, che nell'eta' Magno-Greca era il sito di Serra Maiori. Comunque il dubbio resta ed e' opportuno considerare Favale un feudo che trovo' una ovvia popolazione spontanea e che ando' crescendo fino a raggiungere nel 1545, duecento famiglie. Tra i feudatari di Favale, la storia tramanda la famiglia di Giovanni Michele Morra, un francese venuto in Italia al seguito del generale Lautrec che ebbe la terra di Favale per poi abbandonarla dopo la sconfitta del Re francese Francesco I° inflittagli dal Re di Spagna Carlo V°. Il Morra lascio' il feudo alla sua numerosa famiglia e, una delle due uniche figlie, Isabella, poetessa, venne destinata dalla sorte a portare il nome di Favale, in tutto il mondo con i suoi versi e con la sua triste fine. Su Isabella Morra esistono molte pubblicazione, in poche parole diremo che essa era in corrispondenza epistolare con Diego Sandoval de Castro, uno spagnolo feudatario della vicina Bollita, e quando i fratelli appresero della corrispondenza, uccisero la sorella ed il Sandoval. Questo succedeva intorno al 1542. Nel 1547, il feudo passo' ad Alessandro Capaccio quindi agli Ulloa di Lauria. Nel 1875 con decreto del Re Vittorio Emanuele II°, il paese assunse la denominazione di Valsinni.