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Policoro, ubicato nella piana di Metaponto, è uno dei più giovani centri della Basilicata. Trae le sue origini da Heraclea, città della Magna Grecia. Le testimonianze della sua civiltà sono costituite dagli scavi e dai reperti archeologici raccolti nel Museo Nazionale della Siritide. Il nome Heraclea deriva da Ercole e viene considerata una colonia Tarantina. Eraclea divenne famosa in tutta la Magna Grecia e nel 374 a.C. divenne sede della Lega Italiota.Nel 338 a.C. subì l'occupazione delle popolazioni Lucane, liberata da Alessandro il Molosso, re dell'Epiro, nel 326 a.C. divenne città libera governandosi con proprie leggi e diffondendo le proprie monete con l'effige di Ercole con la clava e con il leone nemeo (ora stemma comunale).Nel 280 a.C. sul territorio di Heraclea si svolse la famosa battaglia tra Roma e Pirro dove vennero impiegati per la prima volta gli elefanti. A questo periodo si fanno risalire le Tavole Bronzee di Heraclea, documento storico di eccezionale importanza per la storia della città. Il retro delle tavole è stato usato per la stesura di una legge romana, la "Lex Julia Municipalis".Grazie agli elementi archeologici ed epigrafici degli scavi si può evincere la continuità della vita di Heraclea fino al V secolo dopo Cristo Nel periodo medioevale, viene fuori per la prima volta l'attuale nome di Policoro. L'ipotesi più probabile è quella che in età tardo-romana in seguito ad una grave crisi economica insieme alla città fu abbandonato tutto il territorio che si trasformò in una immensa palude, portatrice di malaria. I pochi abitanti sopravvissuti costruirono un nuovo insediamento, che chiamarono Policoro ( dal significato greco di territorio ampio ). Il nome Policoro compare ancora intorno al 1126 in un atto di donazione di Alessandro e Riccardo di Chiaromonte al Monastero greco di S.Elia di Carbone. Nel 1214,Policoro, fu donato da Raimondo il Guasto al Monastero del Sagittario.Nel 1232 Federico II di Svevia andando in Sicilia per l'incoronazione, sostò a Policoro. Dal 1300 al 1600, il feudo di Policoro divenne proprietà della famiglia Sanseverino che a seguito di un voto donò il feudo ai Gesuiti che nel 1735 ospitarono re Carlo III di Borbone. Il 21/11/1772 i Gesuiti vennero espulsi dal Regno delle due Sicilie ed il feudo di Policoro fu venduto all'asta alla nobildonna Maria Grimaldi, principessa di Gerace per 402.000 ducati pari a £.1.700.000 dell'epoca.A decorrere dal 1° marzo 1871 la frazione di Policoro fu aggrecata al Comune di Montalbano Jonico .Il 2 maggio 1893 il feudo di Policoro, che conta una popolazione di 275 residenti, è acquistato dal barone Luigi Berlingieri di crotone al prezzo di 3.400.000 lire dell'epoca. Intorno al 1920, il tenimento di Policoro, passato in eredità al barone Giulio Berlingieri, era condotto in fitto dalla società Padula e soci di Moliterno, in quest'epoca Policoro era servita dalla ferrovia e dal 1928 si iniziò la costruzione della litoranea Jonica (attuale S.S.106). "La gente se ne va in America perchè non può campare.Se ne devono andare perchè, coi terreni, non possono andare avanti.Ho camminato diverso mondo, ma una terra così cattiva non l'ho vista..." Siamo tra il 1920 e 1940 e così si esprimeva un contadino di Policoro, prima che fosse debellata la malaria, interrogato dalla Commissione Parlamentare d'inchiesta sul Meridione e la Sicilia. Anno 1945, grazie al DDT, la malaria è sconfitta, e col nuovo sistema politico nel 1950 con la nota "Legge Sila" a maggio e la "Legge staralcio" a ottobre,si diede inizio alla famosa Riforma Fondiaria che assegnò i 5.625 ettari,espropriati al baroneBerlingieri, in 700 poderi da circa 5 ettari. Iniziò l'era della immigrazione a Policoro, gli assegnatari dei poderi infatti scesero dai paesi limitrofi per prendere possesso dei terreni dopo aver fatto domanda agli uffici dell'Ente.Nel 1953 ebbe inizio, sempre ad opera dell'Ente di Riforma, la costruzione della Borgata(scuole, asili, delegazione comunale, chiesa, ambulatorio, spaccio, ufficio postale ecc..). Nel 1954 ebbe inizio l'attività dello zuccherificio con impiego stagionale di oltre 300 operai e 50 specializzati i quali non appena trovavano un buco (anche ovili) si sistemavano definitivamente con le famiglie a Policoro. Grazie ad una serie di fattori concomitanti, la popolazione che nel 1951 era di 861 abitanti, nel 1957 sfiorava le 4.000 unità. Fu proprio in quell'anno che un comitato di frazionisti con a capo Nicola Montesano iniziò la pratica per l'istituzione della frazione di Policoro in comune autonomo che fu concessa con Decreto del Presidente della Repubblica il 26 febbraio 1959. Dal 1959 la popolazione è aumentata fino ai 14.000 abitanti dell'ultimo censimento; grazie a ciò ed in concomitanza di altri fattori favorevoli a Policoro, nel 1988, con decreto del Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, il 15 settembre veniva concesso "al Comune di Policoro, in provincia di Matera, il titolo di Città.