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Su un promontorio sovrastante la riva destra del fiume Basento, al confine delle due province lucane, è posto Calciano, piccolo centro della Lucania. Dalla valle del Basento è ben visibile la chiesa matrice che quasi nasconde l'abitato il quale si sviluppa su una collinetta a poco più di 400 metri di altitudine. Diviso dalla strada di fondo valle da una larga fascia di campi arati ed estesi oliveti che descrivono bizzarre geometrie, il paese è idealmente considerato una delle porte del "Parco di Gallipoli Cognato", data l'estrema vicinanza dell'area naturalistica protetta il cui territorio comprende altri quattro Comuni. Il nome del paese deriverebbe dal latino "Caucium" col significato di luogo basso e paludoso. Di antichissime origini, Calciano molto probabilmente fu abitato sin dall'epoca preistorica, come testimoniato dal ritrovamento di utensili del periodo neolitico e da reperti custoditi nel museo archeologico di Potenza, quali vasi del IV sec. a.C., anfore figurali, arme bronzee, corazze ed elmi di tipo lucano rinvenuti nei vecchi sepolcreti. Il primo nucleo del paese sarebbe stato distrutto nel 383 d. c. da un forte sconvolgimento (alluvioni, terremoti sussultori ed ondulatori). Nel 1100 d. C. è un paese feudale ed è menzionato nella bolla di Papa Lucio III° del 1183 tra i centri della Diocesi di Tricarico. Sotto il dominio di re Ladislao fu ceduto ad Attendolo Sforza. Nel XIII° secolo era sotto il dominio dei principi di Bisignano che confezionarono la Chiesa della Rocca dotandola di dipinti ed opere tra cui gli affreschi e il Polittico (attribuito a Bartolomeo da Pistoia 1503) che oggi si trovano custoditi nella Chiesa matrice. Intorno al 1600 il feudo passò prima ai Sanseverini poi ai Pignatelli ed infine al duca Ippolito Revertera della Salandra, della cui dominazione vi è traccia dell'attuale Gonfalo del Comune (stella dorata). Nel 1806 Calciano con Garaguso facevano parte del Comune di Oliveto Lucano dal quale si distaccarono nel 1878, divenendo Calciano nel 1913 comune autonomo. Nel 1816 il Cap. della Guardia Nazionale Blancuzzi di Calciano combatté nel bosco comunale il brigantaggio, facendo prigioniero il famoso brigante Francolino della cui banda faceva parte il celebre brigante calcianese Percolo.