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Il paese di Ruoti è situato su di un'altura, dominante il corso della fiumara di Avigliano. Le sue origini sono remote e probabilmente risalgono al VI sec. A.C., quando il centro fu edificato lungo un'antica rete stradale che collegava Metaponto con la valle del Sele. Ruoti fu una roccafortelombarda appartenente alla Contea di Conza e successivamente fu ceduta dai Normanni alla Contea di Conversano. Nel feudo si susseguirono vari signori e nel periodo angioino vi dominarono prima i Sanseverino e poi i Ferillo di Muro. Nel 1511 accolse anche una colonia di profughi albanesi. Nel 1583 fu dominata dai Caracciolo, ed è proprio in quel periodo che Ruoti ottenne gli Statuti Cittadini. Infine il centro appartenne ai Capece Minulto e poi ai Ruffo di Bagnara. Per le vie del centro storico si possono ammirare pregevoli portali di antichi palazzi. Di interesse artistico è la Chiesa Madre di San Nicola, nel cui interno sono conservati una tela del 1500 raffigurante la Madonna del Rosario, alcune tele settecentesche raffiguranti la Madonna e i Santi opere del pittore Gian Lorenzo Cardone ed una statua lignea di San Nicola del XIV sec. La cupola e le mura perimetrali della struttura, terminati nel 1805, si attribuiscono ad un discepolo del Vanvitelli. Nelle vicinanze del paese è situata l'Abetina di Ruoti, segnalata dalla Società Botanica Italiana per la presenza dell'abete bianco ormai diventato una specie rara. Nel territorio, oltre agli allevamenti degli ovini e caprini, dal cui latte si ricavano ottimi formaggi, sono molto diffuse le colture cerealicole.