Capacità ricettiva

Camere n. --
Suites n. --
Bagni n. --
Sale Riunioni: --
Sale Convegni: --

Servizi

Clicca sule icone per vedere le immagini ingrandite
Pietrapertosa si erge su una montagna dalle pendici molto scoscese e di difficile accesso. Questo carattere di fortezza naturale e la possibilità di dominare l'alta valle del Basento hanno contribuito a favorire la presenza dell'uomo. Il suo nome, secondo quanto afferma il Racioppi, deriva da "pertusus" cioè forato; tale ipotesi viene confermata da documenti medievali nei quali il paese è chiamato "Pietraperciata" cioé pietra forata da parte a parte. Le origini del paese sono sconosciute. Sappiamo, però, dal manoscritto di Michele di S. Gio. Bonito che fu abitata dai Saraceni nel IX secolo e, infatti, a testimonianza della loro presenza, sono rimasti i resti del castello. Il paese si è sviluppato alle spalle delle rocce che lo proteggevano da eventuali incursioni dalla valle. Il primo feudatario che si ricordi fu il saraceno Bomar che nel 907 vendette al longobardo Sirifo la città di Pietrapertosa. Non sappiamo quanto tempo abbia regnato questo feudatario né conosciamo i suoi successori fino al 1494 anno in cui il paese passò a Ferrante Garlon già conte di Alife. Dal 1494 in poi a Pietrapertosa si succedono numerosi signori da Giulio Carafa nel 1557, al barone Giuseppe Sifola. Circondato da una cinta fortificata, il nucleo abitato era formato da isolati raggruppati intorno alla originaria chiesa cattedrale dedicata a San Giacomo e al palazzo baronale. La fondazione del Convento dei Padri Osservanti nel 1474 determina la creazione di una via di collegamento tra la zona alta del centro abitato con l'edificio francescano. A partire dal XVI secolo alcuni insediamenti sorti all'esterno della cinta e gravitanti attorno a piccole cappelle votive (Cappella del Rosario, Cappella di San Giovanni da Foggia, Cappella di San Rocco, Cappella del Purgatorio) occupavano le aree poste a nord e a sud della principale via di collegamento Cattedrale-Convento. La giusta posizione di tali nuclei valse a determinare l'attuale impianto a fuso organizzato lungo una via mediana (Via Garibaldi). Si può ipotizzare che la cittadina avesse il suo principale insediamento più in basso verso la vallata attraversata dal fiume Basento e che, a causa delle guerre e delle frequenti malarie, la popolazione si fosse rifugiata nella parte alta del monte. Il luogo, facilmente difendibile, si rese garante da qualsiesi aggressore, avendo sul versante est, la valle del Basento attraverso la quale passavano le truppe barbariche. Il nucleo primigenio del centro abitato attuale, di fondazione medievale, è identificabile nella "Arabata" o "Rabata" di origine saracena, ai piedi del castello ricostruito dai Normanni per assicurare una migliore difesa del luogo contro eventuali incursori.