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Quando si parla delle origini di Maratea, purtroppo, non è possibile fare un discorso storicamente fondato poiché non esistono testimonianze documentali nè evidenti reperti, tali da consentire una ricostruzione fedele della verità storica. Occorre così limitarsi solo a formulare delle ipotesi sulla base delle fonti storiche disponibili e dei pochi reperti ritrovati. La tradizione vuole il primo segno della città, intorno al VIII sec. a.C., svilupparsi sulla cima del monte, oggi detto "S.Biagio",o anche "castello",ad opera di colonizzatori greci. Ma a rendere più complicata l'indagine concorre "la questione di Blanda", che inevitabilmente viene sempre evocata ogni volta che si affronta questo tema. Infatti l'esatta individuazione del luogo in cui sorgeva la città lucana di sicura origine greca (Lo affermano in vari testi Seneca, Strabene e Plinio), divenuta poi colonia romana col nome di Blanda Julia e scomparsa nelI'VIII sec. d.C. senza lasciare tracce di sé, ha sempre coinvolto, sin dal lontano passato, la città di Maratea, tanto che addirittura Blanda è stata identificata, da alcuni storici, con Maratea. Ma recenti ritrovamenti negano tale possibilità e fanno risalire la posizione di blanda alla foce del fiume noce, sul confine meridionale del territorio del comune. Quindi l'ipotesi più affermata, comprovata anche dalla conteporaneità della nascita di Maratea alla sparizione di Blanda, vuole che un nucleo di blandiani sopravvissuto al misterioso evento che portò all'abbandono della loro città di origine, abbia contribuito alla fondazione della città od almeno ad un suo consistente incremento demografico. Altri indizi invece fanno ritenere che il primo nucleo urbano della città non sia nato sulla cima del monte S.Biagio, ma sulla costa, in località "Santavenere", dove, dalla denominazione del luogo e da diversi reperti andati perduti nel corso dei secoli, risultava l'esistenza di un tempietto greco dedicato al culto della Dea. La morfologia del luogo, con vari punti ove era possibile l'approdo e la presenza nelle vicinanze di rifornimenti di acqua dolce (il torrente "fiumicello") rendono plausibile l'ipotesi che la località fosse punto di approdo e di ristoro per gli equipaggi greci in viaggio verso le colonie più settentrionali. Tali ipotesi sulle origini della città possono altresì essere unite, affermando la possibilità che entrambi i nuclei abitativi del castello e di S. Venere siano nati separatamente e successivamente si siano uniti sotto un'unica identità amministrativa. In epoca romana invece è certo l'utilizzo del vicino isolotto di S.Janni per la produzione del garum (alimento molto diffuso all'epoca), sia per il ritrovamento nei fondali circostanti di numerose ancore dell'epoca, sia per la presenza sull'isolotto stesso di vasche utilizzate, appunto, in tale produzione.