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Filiano è un Comune di recente costituzione. Fino al 1952 ha fatto parte del Comune di Avigliano. La sua popolazione di 3293 abitanti è distribuita in numerosi agglomerati sparsi su un territorio di oltre 7000 ettari, che si estendono dalla catena montuosa del Carmine Montecaruso alla Valle di Vitalba, dalla valle dello Sterpeto alle colline di Filiano Capoluogo, dalla colline delle popolose frazioni di Scalera e Dragonetti a quelle della zona di Cerasale-Macchia-Grottone. Del suo tenimento faceva parte il fondo di Acer Montis, che contava una popolazione leggermente superiore a quella di Avigliano, secondo il cedolario angioino del 1277. Di questo insediamento umano rendono ancora testimonianza i resti di una Chiesa e della Casa Imperiale, alla cui manutenzione erano obbligati i cittadini di Forenza. Di recente, in località Toppa di Sasso, sono stati portati alla luce graffiti di una grotta del periodo neolitico. Del suo passato si hanno poche ed incerte notizie tramandate a voce. Dalla sua erezione in Comune autonomo ha registrato notevoli progressi in ogni campo, portando a soluzione secolari problemi che sono alla base del vivere civile. Come gli altri Comuni della Basilicata, anche Filiano è stata provata da un flusso migratorio che ha interessato il 25% della popolazione. La sua erezione in comune autonomo ha segnato l’inizio di un progresso,che ha portato alla soluzione dei suoi più gravi problemi e che ha garantito alla popolazione di attingere un livello di vita moderno e civile. Le condizioni economiche sono notevolmente migliorate a partire dal dopoguerra, grazie all’opera di promozione economica e sociale svolta dall’Ente di Riforma Fondiaria, allo sbocco occupazionale offerto dal capoluogo di regione, agli interventi dello Stato nel settore dei lavori pubblici, al decollo dell’area industriale della Valle di Vitalba, alla presenza di quattro rinomati caseifici, che costituiscono un valido supporto alla produzione del latte del patrimonio zootecnico della Valle. Un altro contributo alla soluzione del problema occupazionale sarà certamente dato dalle iniziative in corso nel campo cooperativistico, che, tra i vari settori, investirà anche quello dell’allevamento ovino, caprino e bovino.