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Quasi certa l’origine longobarda del centro che sorse, col nome di Burguntia o Burgentia, intorno all’VIII sec., come roccaforte in un luogo ritenuto inaccessibile alle incursioni nemiche e particolarmente adatto al controllo della vallata sottostante. Assegnata da Federico II a Gentile de Petruro e, successivamente, dagli Angioini ai De Poncellis, dal XV sec. Brienza legò strettamente la sua storia alla famiglia dei Caracciolo che si insediarono stabilmente nel castello, risalente agli Angioini, ampliandolo. L’ultimo vero feudatario fu, nel 1700, Litterio Caracciolo che si adoperò molto per il paese: arricchì la rocca di numerose opere d’arte, e rifondò, nel 1788, il “Monte del S.S. Rosario di Brienza”, istituzione benefica che aveva lo scopo di assistere i poveri del luogo, cui forniva medicamenti gratuiti, assicurando quattro maritaggi all’anno. Istituì altresì la Scuola Normale per l’insegnamento ai bambini di ogni ceto sociale Cosa vedere. Brienza è uno dei pochi centri della Basilicata in cui è sopravvissuta la struttura architettonica dell’antico borgo medievale. Arroccato sul colle, lambito ad Ovest dal torrente Pergola, e dominato dal vecchio Castello Caracciolo fornisce uno spettacolo suggestivo ed unico in tutta la regione. La visita al paese può cominciare da Piazza del Municipio, ove è stato collocato il monumento a Mario Pagano, cittadino di Brienza nel 1700, martire della Repubblica Partenopea. Qui si erge il Convento dei Frati Minori Osservanti, risalente al 1571, sede del Municipio, con l’annessa Chiesa dell’Annunziata.Sobrio ed elegante nella facciata, il convento racchiude un chiostro, impreziosito da un notevole ciclo di affreschi di Leonardo Giampietro, del 1741, di scuola michelangiolesca. Un altro affresco dello stesso autore, raffigurante una drammatica Deposizione, è conservato nell’antico Refettorio (oggi Sala Consiliare). La Chiesa del Convento, dedicata all’Annunziata, si presenta a navata unica, molto ampia. Pregevoli alcune opere in legno: il pulpito e il coro, attribuiti a Nicola La Sala (1735), un Cristo tardo-medievale e il soffitto e lo stipo, decorato con figure di santi, che ornano la sagrestia. Tornati su Via Mario Pagano, che costituisce il corso principale ove si svolge la vita del paese, è possibile osservare numerosi palazzi nobiliari dai preziosi portali di pietra. Sul lato sinistro della strada si aprono le strettule, vicoli caratteristici del paese, che offrono scorci assai singolari: tra le più suggestive, quella detta di Maruggi. Percorsa quasi tutta la strada, si incontra la Chiesa di S. Zaccaria, le cui origini sembrano risalire al 1222. Nella sua struttura attuale, ad una sola navata, fu costruita nel 1571 e poi successivamente rimaneggiata nella prima metà del ‘700. Di notevole interesse è il monumentale portale di pietra, attribuito al “marmoraro” Andrea Carraro di Padula (1750).