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Tra i paesi che costellano il paesaggio a est di Roma, Bellegra vanta una posizione privilegiata. Poco più di tremila abitanti, incollato alla cima del Monte Celeste (815 m.), si trova al centro di uno splendido anfiteatro che tutto intorno si apre a perdita d'occhio, fino all'orizzonte dove compaiono in armoniosa successione i massicci dei Monti Tiburtini, Ruffi, Carseolani, Simbruini, Ernici, Ausoni, Aurunci, Lepini e Prenestini. Le origini di Bellegra si perdono nella notte dei tempi. Stando alle fonti più attendibili, sembra che il vecchio nucleo - l'allora Vitellia - esistesse già nel VI secolo a.C. sul Monte Celeste, dove oggi sorgono le case del paese, vi furono insediamenti degli Equi e degli Ernici ed infine dei Romani. Questi ultimi vi si stabilirono dopo aspre battaglie, facendo del monte un'importante postazione strategica. Anche se la storia del paese sembra in più punti offuscata dalle contraddizioni, di quanti hanno voluto ricostruirla, le testimonianze tangibili di quel passato si trovano ovunque nella zona, a cominciare dai resti di un tempio dedicato alla dea Bona e caratterizzato da imponenti muraglioni squadrati, detti "Mura Ciclopiche ", che costeggiano il paese in più parti, e danno un'idea dei sistemi difensivi di allora. Interessanti anche le "Opus Cementicus", costruzioni cementizie erette dai Romani. Nel comune di Bellegra è presente un’area di grande rilevanza ambientale e paesaggistica, detta del “Pantano”, interessata da vistosi fenomeni carsici, tra il fosso delle Vaghe ed il Fosso La Cona troviamo le “Grotte dell’Arco” lunghe quasi 1000 mt. ed in alcuni punti alte fino a 30 mt., precedute da un grande arco naturale esterno, quale residuo del primordiale sviluppo della grotta. La cavità naturale risulta estremamente suggestiva per la ricchezza di stalattiti, stalagmiti, inghiottitoi e contiene resti di faune del paleolitico medio e superiore con tracce di industria litica del Mesolitico, nonché pitture antropomorfe e zoomorfe. Il sito è inoltre oggetto di recupero e valorizzazione di tale bene archeologico e dell’area circostante per la ri-costituzione di microhabitat soprattutto acquatici per la riproduzione della batracofauna; la creazione poi di un percorso naturalistico tra la grotta e la sede dell'attuale camping per la fruizione di un’area turistico didattica.