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Campogalliano, territorio di remoti insediamenti, e il cui nome è una probabile testimonianza della toponomastica fondiaria romana, è presente nella cartografia, quale borgo fortificato, già a partire dal XVI secolo. La sua storia fu intrecciata in particolar modo al fiume Secchia, che ne ha influenzato la cultura e l'ambiente, e, in epoca contemporanea, alla fabbricazione degli strumenti per pesare, che ha portato alla nascita nel 1989 del Museo della Bilancia, un'istituzione che oltre a raccogliere le. testimonianze dell' evolversi della bilancia, stimola il recupero della memoria culturale del territorio di Campogalliano.A Campogalliano si hanno testimonianze della presenza dell'uomo a partire dall'età Neolitica (3500 - 1800 a.C.), a cui seguirono Liguri, Etruschi, Celti, Galli Boi, Romani, Longobardi. Plinio cita “Saltusque Galliani qui cognominantur Aquinates” collocandolo poco dopo Regium Lepidi (Reggio Emilia) e prima della città di Mutina (Modena) e Festo Pompeo parla di “Ager Boicus” e cioè paese dei Galli Boi. Vari studiosi hanno interpretato tali citazioni: chi identifica Campogalliano con i “Praedia Galliana” traenti nome dalla Gallia ed indicanti una località sede di stazione terramaricola e chi colloca questa località presso il Secchia in base all’appellativo Aquinates, che indica la vicinanza di un corso d’acqua, facendo anche notare che al centro del paese è ancor oggi presente un vasto altopiano di probabile origine terramaricola che potrebbe svelarci una continuità di occupazione dall’Età del Bronzo all’Età celtica, romana, medievale e moderna. Il termine “saltus” citato da Plinio si può attribuire ad un pascolo oppure ad un bosco oppure ancora ad un colle, un luogo scosceso o un campo coltivato. Il visitatore troverà anche alcuni edifici ed emergenze che hanno connotato, e connotano tuttora, la storia del paese.