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Polinago è fra i più ospitali e operosi centri dell'Appennino modenese. Il suo territorio comunale è compreso nella val Rossenna, che fa parte del bacino idrografico del Secchia, nella fascia climatica della media montagna. Il paese sorge sullo sperone del monte S. Martino, da cui si può godere di una bella panoramica sul crinale tosco-emiliano e sul Monte Cimone. Il toponimo di Polinago è di origine celtica; il paese acquistò importanza a partire dall'XI secolo, da quando la Pieve del capoluogo esercitò giurisdizione ecclesiastica sulla val Rossenna. Nel 1212 fu infeudato ai Montecuccoli; dopo Napoleone fu sotto il dominio degli Estensi, fino all'Unità d'Italia. Fu distrutto per rappresaglia dai nazifascisti il 12 ottobre 1944. Presso il Monte Apollo si trova una singolare conformazione geologica: il Ponte del Diavolo, uno straordinario monolite naturale orizzontale di arenaria feldspatica grossolana, lungo 33 metri, al quale gli agenti atmosferici hanno dato la forma di un ponte. Intorno a Polinago sorgono importanti castelli: il Castello e il borgo medievale di Brandola, dell'XI secolo, con torre campanaria e podesteria; il Castello di Gombola, posto su un cinghio a precipizio sul torrente; il massiccio Castello di Talbignano. Ugualmente importanti sono le vestigia della cultura contadina, come il mulino ad acqua di Gombola, i metati di S. Martino, ancora funzionanti per l'essiccatura della castagna, e le botteghe di antichi mestieri.