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Al 311 a.c. Diodoro Siculo fa risalire la conquista di parte dei Romani Pollitium parte dei Romani: Pollitum o Pollizio, Oppidum Italico di cui non se ne conosce l'esatta ubicazione, ma sicuramente appartenente al piccolo popolo dei Marruccini insediatisi nel territorio dell'Abruzzo Citeriore a ridosso della costa ed in prossimità della città di Teate. Subita la sconfitta il popolo di Pollitium fu esiliato nel territorio di Interamnia (Teramo) secondo copione romano, e scomparve per sempre dalle cronache storiche. Pollitum: Torrevecchia Teatina? Tutto da dimostrare. Le vicende storiche, le fonti, i ritrovamenti, le testimonianze, gli aspetti geografici militari, talune congetture potrebbero far pensare questo. Da ritrovamenti archeologici conservati presso la Sopraintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo, è stata abitata da genti italiche d'origine sannitica poi venute a contatto con la civiltà ellenistica e romana, i reperti (fra cui un bronzetto raffigurante Ercole Curino) che sono stati rinvenuti nel capoluogo cittadino ed in alcune località di via Torre e via Torremontanara sono riferibili a corredi tombali di periodo arcaico ed ellenistico (VI e III sec. a.c.). Alcuni oggetti testimoniano la frequentazione del territorio nel periodo romano, Il territorio presenta oggi come presentava allora vocazioni di tipo insediativo; soprattutto nelle aree menzionate. Aree pianeggianti nel Capoluogo Cittadino en in località Torre Spiritata potrebbero far supporre antichi insediamenti abitativi possibili per la felice posizione rispetto alla linea costiera e rispetto a caratteristiche di morfologia territoriale di difesa militare. Torrevecchia Teatina entra nella storia ufficiale in alcuni documenti del XIV sec. chiamata Castri Turris e Turris Theatin; storia legata comunque a quella della vicina Teate. Nel corso delle vicende storiche relative prima ai Romani, poi ai Longobardi, ai Carolingi ed ai Normanni fino ai Borboni, Torrevecchia seguì Teate e le sue scelte politiche come quella della resistenza ai Saraceni. Si dice che si dovette abbattere gran parte della Torre sita in zona di Torre Spiritata per poter aiutare a fortificare le mura di Teate. Quella Torre, che forse ha dato nome all'odierna cittadina, costruita proprio per l'avvistamento dei Saraceni, ora non esiste più. Le ultime rovine sono state depredate negli anni '50. Torrevecchia Teatina legata anche alla storia delle grandi famiglie di Chieti. Il fondatore della colonia Tegea, Federico Valignani, proprio a Torrevecchia fece erigere nel 1743 un proprio palazzo. L'odierno P alazzo dei Baroni, in pieno centro, fatto costruire sul modello del palazzo di Villa d'Este in Tivoli per controllare i propri possedimenti. Palazzo a due livelli: il primo per destinazioni di servizi ed il secondo per la residenza. Con molta probabilità il palazzo fu realizzato contro il volere della propria famiglia, che vedeva in alcune precedenti preesistenze auspici malauguranti.. Si dice che il palazzo fu costruito a fianco o sulle rovine di un vecchio tempio italico, che nel '600 fu ristrutturato e destinato a lazzaretto, per i malati terminali di peste. Nella costruzione del palazzo fu concepita e realizzata, forse, sulle rovine del tempio e del lazzaretto una cappella religiosa dedicata a San Rocco oggi destinata a sala convegni ed un torrione idraulico fu realizzato nelle vicinanze per l'approvvigionamento idrico ad uso domestico. Allo stesso periodo risale il "Casino Testa" in località Torre. Il "Casino Testa" oggi proprietario dell'omonima famiglia, fu costruito nel XVIII.