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Centro di antichissima origine, era noto in passato per l'arte della ceramica, portata al massimo splendore da fedele Cappelleti e da altri illustri ceramisti della sua famiglia (negli ultimi tempi l'attività è in ripresa). Nei dintorni del paese si trovano il Santuario della Madonna di Carpineto, i resti del Monastero di S.Salvatore a Maiella, i ruderi delle mura e l'alta torre del colle, presso la quale si apre la "Grotta del Colle", di origine preistorica, poi luogo di culto fino al Medioevo. I più antichi ritrovamenti nel suo territorio risalgono al Paleolitico.Nella "Grotta del Colle" immenso antro circolare, nel 1846 fu rinvenuto il famoso "bronzo di rapino", una lastra con iscrizione in osco. Nel Medioevo la campagna del paese venne interessata dalla colonnizzazione dei monaci benedettini. Durante il medioevo, Rapino fu sicuramente interessata alla dominazione monastica benedettina: nei secoli VIII-IX una comunità di monaci vi si stabilì fondando l'abbazia di San Salvatore a Majella e rivitalizzando, a detta del noto storico Lubin, un antico eremo frequentato sin dal VI secolo. Nel secolo XII, Rapino è menzionato nell'Italia descritta nel "Libro del Re Ruggero" compilato dal Al-ldrisi, noto geografo arabo. Nel secolo XIV Rapino viene ricordata per le decime degli anni 1308, 1324-1325 e 1326 dovute dai Clerici castri Rapini o de Rapini; e dalle chiese S.Angeli, S. Johannis, S. Laurentii, S. Lucie, S. Marie, S. Salvatoris e Santo Stefhani. Nel corso dei secolo XV, a causa della decadenza dell'Abbazia, di San Salvatore, Rapino fu infeudata alla famiglia Orsini e successivamente ai Colonna di Roma che la tennero fino all'abolizione della feudalità avvenuta nel Regno di Napoli nel 1806. Al plebiscito del 1860, su 649 iscritti, parteciparono al voto 592 elettori e tutti si dichiararono favorevoli all'annessione al regno d'Italia.