Capacità ricettiva

Camere n. --
Suites n. --
Bagni n. --
Sale Riunioni: --
Sale Convegni: --

Servizi

Clicca sule icone per vedere le immagini ingrandite
Con una superficie di 91,74 kmq il comune altomedievale, edificato alle pendici della Majella, fu un tempo noto, per la lavorazione della lana; nell'ultimo conflitto bellico si trovò sulla linea del fronte e ne uscì quasi interamente distrutto. Tuttavia ne restano le chiese e la pittoresca piazza del municipio, circondata da case con portici. La chiesa parrocchiale di Sant'Antonino Martire, assai rimaneggiata (dell'edificio originario resta solo un bel campanile settecentesco),custodisce un importante busto argenteo si San Falco, dei primi dell'Ottocento: il Santo, protettore degli indemoniati e confratello del Santo Nicola da Guardiagrele, emigrato dalla Calabria invasa dai saraceni, nel 780 circa riparò con lui nel paese. Dell'episodio restano alcune leggende e una forte devozione popolare. Importante è anche la chiesa settecentesca del Rosario, con elegante prospetto su una gradinata, bel portale e raffinato rosone cinquecentesco. L'interno, a croce greca e decorato da stucchi, conserva una bella scultura lignea policroma e dorata, dei primi del '500, raffigurante la Madonna col Bambino; a sinistra dell'altare maggiore, un Sant'Andrea della seconda metà del '700 (dello stesso periodo sono i resti dell'organo ligneo intagliato e dorato). Nella parte più alta del borgo, si vedono le rovine di un antico castello, ricostruito negli ultimi decenni con una loggetta belvedere. Nelle botteghe del centro storico si lavorano il legno e la ceramica. Nei dintorni del paese, vi è il suggestivo Eremo della Madonna dell'Altare, fondato nel XIV secolo dai Celestini per ricordare la presenza nei luoghi di Pietro da Morrone (divenuto Papa col nome di Celestino V) che, agli inizi della sua vita eremitica, vi soggiornò dal 1235 al 1238 dormendo in una piccola grotta. IL complesso deve il nome alla sua posizione: poggia, infatti, su un alto ripiano di roccia che, da lontano, è simile ad un altare. Decaduto dopo l'abbandono dei monaci, il santuario è da secoli oggetto di pellegrinaggi provenienti da tutta la Valle del Sangro, come testimoniano gli ex-voto lasciati nella chiesa.