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Roccacasale è un ridente centro montano della Valle Peligna nel centro dell'Appennino Abruzzese, arroccato sulle pendici del Monte della Rocca. Il centro costruito sulla nuda roccia si estende verso la valle sottostante godendo di una vivificante posizione assolata. Roccacasale è sicuramente il paese più caratteristico della Valle Peligna e probabilmente è il paese che il turista non può fare a meno di fotografare come ricordo della Valle Peligna. L'origine della struttura architettonica dell'attuale paese è da ricercarsi nella antica località Casali, piccolo insediamento di poche abitazioni precedente al 925. In seguito alla costruzione del Castello, il centro abitativo ha assunto con il passare del tempo la tipica struttura chiusa del borgo medievale; il castello formava un tutt'uno con le abitazioni e l'intero complesso era accessibile da quattro porte di cui è ancora evidente la presenza, anche se con i secoli il paese si è sviluppato fortemente al di fuori dell'antico insediamento, snaturando il primitivo perimetro e la primitiva struttura urbanistica, di cui si hanno ancora palesi tracce. La parte più alta del paese, cioè l'antico borgo, presenta le strade interne tracciate in senso radiale, con centro il castello, aventi l'aspetto di rampe o gradinate intervallate da passaggi trasversali pianeggianti. All'interno dell'antico borgo, tra le varie strutture tipiche (strutture che per la maggior parte sono andate perse per sempre portando via importanti testimonianze del passato) trovano posto la chiesa di San Michele Arcangelo (consacrata nel 1579, ma la prima fondazione è sicuramente molto più antica) e i resti del Palazzo Baronale. Il Palazzo Baronale fu costruito vicino alla chiesa in epoca molto più recente rispetto al castello. Dell'antico caseggiato, a causa dell'incuria, rimangono poche stanze poco significative. Per quanto riguarda le porte di accesso all'antico borgo, è stato possibile dedurre che due di queste (la Porta “sotto la chiesa”, situata in via San Michele, e la Porta “Gerone”) erano i due ingressi cittadini. Le altre due si aprivano invece sulla valle; una, detta Porta “Mazzamorello”, di cui rimangono ancora gli stipiti squadrati senza architrave, verso la montagna, nella cosidetta “valle dell'inferno”; l'altra, detta Porta “della Valle”, concedeva l'accesso ai numerosi campi coltivati lungo le pendici della collina, ai piedi del paese. Tuttavia la descrizione migliore di Roccacasale, intrisa di genialità non comune, la ha lasciata ai posteri il poeta roccolano Cesare Torelli, poliedrico artista autodidatta, nei suoi intensi versi: “Bella, assolata e gaia la mia Rocca, sotto l'usbergo del Castello antico, spande alla valle assorta, al verde aprico dolce armonia che nel cuor rintocca…"