Capacità ricettiva

Camere n. --
Suites n. --
Bagni n. --
Sale Riunioni: --
Sale Convegni: --

Servizi

Clicca sule icone per vedere le immagini ingrandite
Il nome di Morino è intimamente legato all'affascinante paesaggio della riserva di Zompo lo Schioppo, fiore all'occhiello della Valle Roveto Naturalistica. Il centro abitato sorge nei pressi della strada statale e del Torrente Romito, in una conca verdissima di boschi. A poca distanza, su un colle, si trovano i pochi ruderi dell'antico nucleo urbano, forse di origine romana, come sembrano testimoniare alcuni rinvenimenti archeologici. Del territorio comunale fanno parte i centri minori di La Grancia e Rendinara, alle falde del monte Pizzo Deta. Nel catalogo dei Baroni del 1173 viene indicato come feudo dei Conti d'Albe ai quali appartenne fino al XIV secolo. Didascalia Dopo essere stato possedimento degli Orsini, l'abitato fu feudo, nel 1504, di Fabrizio Colonna. Morino è diventato comune autonomo nel 1831, dopo essere stato unito a Civita d'Antino per circa 25 anni. Il toponimo Morino ricorre per la prima volta nel 1068, in un documento che cita la chiesa di S. Pietro; l'esistenza del borgo e il suo carattere militare si deducono poi dalla donazione della chiesa (1089), sita nel "castello" di Morino, al monastero di Montecassino. Nel catalogo dei Baroni del 1173 viene indicato come feudo dei Conti d'Albe ai quali appartenne fino al XIV secolo. Dopo essere stato possedimento degli Orsini, l'abitato fu feudo, nel 1504, di Fabrizio Colonna. Morino è diventato comune autonomo nel 1831, dopo essere stato unito a Civita d'Antino per circa 25 anni. La natura si sposa con l'arte nell'eremitica chiesa di S.Maria del Pertuso o dei Cauto, immersa nella faggeta della Riserva di Zompo Lo Schioppo. Didascalia Edificata nel XII secolo a circa 1000 metri di altitudine, vicino alla cascata, la chiesa è addossata alla roccia e forma tutt'uno con essa, quasi fosse una grotta. All'interno, per quanto provati dall'abbandono e dal clima, si sono conservati preziosi affreschi duecenteschi. Pochi ruderi, invece, sono rimasti dell'antica chiesa di S. Pietro, in località Brecciose di Morino, il cui nome appare per la prima volta tra il 1060 e il 1063, quando venne donata a Montecassino da alcuni nobili di Civita d'Antino. Per respirare l'atmosfera suggestiva dei passato, si consiglia una passeggiata anche nella frazione di Rendinara, posta sul pendio di uno sperone del monte Pizzo Deta.