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Sassoferrato sorge presso le rovine dell’antica città umbro-romana di Sentinum, di cui si ammirano ancora sul posto grandiose vestigia (muro di cinta, strade selciate, pavimenti a mosaico, colonne di granito) e molti altri notevoli reperti nel Museo locale, in quello di Ancona e a Monaco di Baviera. Le fonti antiche tramandano e in parte confermano i dati archeologici che Sentinum sia stata abitata in età protostorica da genti di stirpe e lingua umbra. Nel 295 A.C. nel suo territorio ebbe luogo la celebre “Battaglia delle Nazioni” con vittoria dei Romani contro la lega del Gallo-Sanniti. Vi morì il console Decio Mure, votatosi agli Dei. La città fu data alle fiamme dalle forze di Ottaviano durante la guerra dei Triumviri nel 41 A.C. Fu ricostruita in forma migliore per volere dello stesso Cesare Augusto e vi posero residenza molti suoi veterani che avevano ricevuto in dono le migliori terre dell’agro sentinate. La città scomparve tra l’VIII e X secolo, non per violenza nemica, ma perché (come quasi tutte le città picene) fu abbandonata dagli abitanti, decimati dalla fame e dalla peste, incapaci di difenderla dalle irruzioni nemiche, specialmente dei feroci Ungari. Circa nel 1150, su di un’altura poco distante, un conte di nome Atto, proveniente dal castello di Galla, presso Genga, fondò un castello, a cui dette il nome di Sassoferrato. Il castello non tardò a diventare un paese, poiché i discendenti dei vecchi Sentinati scesero dai loro rifugi montani e vi costruirono le loro case con materiale preso dalla vecchia città. Il paese fu soggetto ai Conti Atti fino al 1460, quando diventò libero comune. Subì l’occupazione dei Malatesta di Rimini nel 1349; di Braccio da Montone nel 1417; di Francesco Sforza nel 1433, il quale ne fece strazio con orribile saccheggio. Pacificamente l’occupò anche il Duca Valentino, che fu a Sassoferrato nel febbraio del 1500.