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La nuova regina del Marecchia è giovane e dinamica. Un secolo fa, tra il largo fiume e la strada che porta al mare ed in Toscana, c'era solo la chiesetta romanica di Santa Marina con il suo campanile a vela e un decrepito tempio di San Pietro in Culto. I traffici ed i mercati, prima del castello di Talamello poi dell'intera valle, hanno creato una città anomala in mezzo ai monti del Montefeltro, ove ogni sasso ha un castello, o una pieve o un rudere. E per tener fede al suo antico nome di Mercatino Marecchia, ogni lunedì è aria di grande sagra: si vende, si compra, si contratta tra profumi di piadine ed effluvi di Sangiovese, che non solo stuzzichini della cucina dell'alta valle che ha notorietà, sostanza e varietà nei suoi ristoranti curati e nelle rustiche trattorie. Per ricordare le dure fatiche dei suoi abitanti minatori, Perticara, invece, tutta stretta tra la casa del parroco e lo scoglio del Monte Aquilone, ha aperto il suo Museo storico minerario, con raccolta di rocce, di fossili e, naturalmente, reperti, attrezzi e ricostruzioni della vita della miniera di zolfo e già si accinge alla ristrutturazione a fini museali del vecchio camplesso minerario, grotte comprese.