Capacità ricettiva
Camere n. --
Suites n. --
Bagni n. --
Sale Riunioni: --
Sale Convegni: --
Servizi
Clicca sule icone per vedere le immagini ingrandite
Catanzaro (93.530 abitanti, censimento 2000) è la Città capoluogo della Regione Calabria. Situata strategicamente nell'istmo di Marcellinata - il punto più stretto della Penisola, appena 35 chilometri dalla costa jonica a quella tirrenica - è importante centro direzionale, commerciale e culturale, ospitando considerevoli funzioni amministrative di livello regionale.
E' sede, come detto, del Governo della Regione Calabria (l'Assemblea ha invece sede a Reggio Calabria), della I Corte d'Appello, dell'Ufficio scolastico regionale, di numerosi altri uffici con competenza sull'intero territorio calabrese.
Catanzaro è, dal 1982, sede universitaria statale. Il suo ateneo, denominato "Magna Grecia", è imperniato sulle facoltà principali di medicina, farmacia e giurisprudenza, nonché su numerosi e innovativi corsi di laurea.
E' sede di Arcidiocesi Metropolìta. La Città vanta importanti e moderne strutture culturali, come il nuovo Teatro Politeama, progettato da Franco Portoghesi, l'area museale del San Giovanni, sede di importanti mostre, l'Arena all'aperto "Magna grecia".
Affacciata sul mare Jonio (vanta circa 8 chilometri di spiaggia e un porto peschereccio), Catanzaro è limitrofa al Parco archeologico di Scolacium. L'elemento centrale dello stemma della Città di Catanzaro è l'aquila imperiale, privilegio accordato dall'imperatore Carlo V per premiare la strenua resistenza dei catanzaresi nel 1528 contro le truppe francesi fedeli ai Valois. Lo stemma è completato da uno scudo che riproduce i tre colli su cui si erge la Città e da un astro azzurro, stretto dal becco dell'aquila, su cui è riportato il motto "Sanguinis effusione". La descrizione più antica dello stemma si trova nel libro "Memorie historiche dell'illustrissima, famosissima, fedelissima città di Catanzaro" di Vincenzo D'Amato (1670): "Fa la città per la sua impresa un'aquila imperiale con la testa rivolta a destra, armata di corona, con le ali e coda sparse, in atto di sollevarsi a volo, nel di cui seno, che forma uno scudo, vi sono tre monti in campo vermiglio, sopra dei quali vi è una corona; tiene l'aquila col becco una fascia, nella quale sta questo motto delineato: "Sanguinis effusione" per dimostrare che col sangue dei suoi cittadini, mai sempre sparso, in servigio della Cattolica Corona, ha quell'aquila meritato, che le concesse la sempre gloriosa memoria dell'imperatore Carlo V per aggiungerla alla sua antica insegna".