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Sull’origine di Castiglione non esiste certezza, diverse sono le ipotesi. Una ipotesi sostiene che le prime popolazioni che abitarono il nostro paese furono alcune famiglie dell’antichissima colonia sibaritica di Arintha, che scampate alla distruzione da parte dei Crotoniati e Sibariti, si rifugiarono su alcune colline del nostro comune. L’ipotesi può essere avvalorata dai racconti tramandati dalle diverse generazioni sulla scoperta di resti umani, ruderi e reperti antichi sulle colline, oggi contrade di Castiglione: Qualata, Pristini, Cozzo Ceraso, Volata e Collarino. Anche Vincenzo Padula, insigne saggista e poeta identifica Castiglione con l’antichissima Arintha, nota città degli Entri. L’ipotesi più diffusa tra gli storici vuole che Castiglione sia sorta, unitamente alla maggior parte dei cosiddetti “Casali di Cosenza, intorno al secolo IX, al tempo delle scorrerie dei Saraceni ad opera dei casentini che cercavano scampo oltre i confini urbani. Altra ipotesi è quella che identifica Castiglione con un antichissimo villaggio bruzio di nome Guarano. In questo caso il più adatto non poteva che essere il territorio compreso tra il torrente Caporale e Fosso delle Manche. Questi due torrenti dopo aver delimitato e reso fertile un luogo ben esposto, si uniscono e formano il piccolo fiume S. Antonio. La presenza di una sorgente di acqua fresca e pura – quella che ha dato vita alla Fontana dei sette canali e che servirà successivamente anche a mettere in movimento il Vecchio Mulino – rese ancora più appetibile il luogo. In realtà anche l’attuale Rione Crocevia, limitrofo al luogo prima indicato, sorgendo fra il fiume Caporale e il torrente Surano, potendo usufruire di abbondanti e fresche acque, ebbe la possibilità di vedere le presenze di antichi agglomerati urbani. Ciò è dimostrato dal ritrovamento di resti umani e reperti antichi nel corso dei lavori di sbancamento eseguiti per la costruzione dell’esistente fabbricato di case popolari. Tutta la zona, comunque, presenta evidenti tracce di sommovimenti, causati da alluvioni e terremoti, per cui lungo il corso dei secoli ha certamente subito profonde trasformazioni. Dopo i Bizantini e i Normanni, passò prima sotto il dominio degli Svevi, sino al 1268 e poi degli Angioini sino al 1435, infatti Castiglione è ricordato nella tassazione Angioina del 1276 sotto il nome Guarano.Nel Regno di Napoli alla dinastia degli Angioini seguì quella Aragonese. In un primo momento ire della casa di Aragone favoriscono l’ autonomia dei Comuni, liberando i raccolti dai numerosi vincoli e privilegi in favore dei baroni e del clero. Fra i nobili che furono privati dei privilegi ritroviamo anche i Castiglione, i quali divennero i più accesi avversari degli Aragonesi. Alla morte di re Alfonso, il marchese di Crotone, Centellas, credette di poter sfruttare l’ occasione sollevando la Calabria per rientrare in possesso dei feudi che gli erano stati confiscati. In breve tempo anche Cosenza insorse, aprì le porte a Cola Tosti, affidandosi a lui. Re Ferdinando I, succeduto ad Alfonso comparve nel 1460 (4 Settembre) dinanzi alle mura di Rende e di lì mosse per assalire Castiglione. Assaltò il paese, lo mise al sacco, poi nel cuore della notte, appiccò il fuoco alle abitazioni e le fiamme consumarono ogni cosa sotto gli occhi stessi degli abitanti. La pena inflitta al paese fu esemplare per i borghi circonvicini. Dal 1860 il Comune di Castiglione Cosentino con il resto d’ Italia partecipa alla vita unitaria della Nazione.