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Belmonte ha avuto origine verso il 1270, sotto il regno di Carlo I d'Angiò, con la costruzione del suo castello per opera di Drogone di Beaumont, marescialloangiomoche dirigeva la costruzione di nuove fortificazioni in Calabria, là dove erano più forti le resistenze dei partigiani della Casa di Svevia. Il castello di Belmonte fu costruito nel territorio di Amantea con il preciso scopo di tenere a bada la cittadina,cheavevaparteggiato per Corradino di Svevia. Poi, attorno al castello, sorse l'abitato. Ma già nel suo territorio c'era statalacolonizzazione greca nella zona di Annunziata, detta anticamente "dei Greci" e recenti scavi nella località Cuoco hanno riportato alla luce anfore ed urne sepolcrali risalenti al III secolo d. C., in piena epoca imperiale romana. Prima del 1270, e cioè prima di Belmonte, esistevano i villaggi di S. Barbara e di Tingia. Durante la guerra del Vespro (1282), Belmonte fu conquistata dalle truppe siculo-aragonesi e restituita poi agli Angiomi, che la eressero a contea, assegnandola a Pietro Salvacossa. Nel 1360 fu donata in feudo dalla regina Giovanna I alla famiglia patrizia di Amantea dei Sacchi, che la mantennero fino al 1443. In tale anno gli Aragonesi la trasformarono in baronia e la assegnarono ai Tarsia, che la mantennero fino al 1578. Fra i feudatari di questa famiglia va ricordato il poeta petrarchista Galeazzo di Tarsia, che scrisse il suo canzoniere nel castello di Belmonte. Sotto la signoria dei Tarsia Belmonte, durante le invasioni di Carlo VIII di Valois e di Luigi XII, subì gli assedi francesi dal 1495 al 1503 e nel 1528 fu assediata dal Lautrec. Ai Tarsia succedettero i Ravaschieri dei conti Fieschi di Lavagna, ricchi banchieri di origine genovese, che costruirono chiese, opere di fortificazioni e palazzi e che ottennero nel 1619 il titolo di principi dal re di Spagna Filippo III. Il principato di Belmonte stingrandì nel 1630 con l'acquisto da parte del principe Giovan Battista Ravaschieri della città di Amatea e del suo casale di S. Pietro. Nel 1647, durante la rivolta di Masaniello, il principe Daniele Ravaschieri accorse a Napoli in aiuto del Vicerè con duecento vasslli belmontesi da lui armati. Ma molti di questi vassalli si schierarono dalla parte dei rivoltosi. Nel 1685, estintasi la famiglia Ravaschieri, il feudo di Belmonte passò ai Pinelli e da questi nel 1722 ai principi Pignatelli, che lo detennero finoall'abolizione della feudalità' Sotto il principe Antonio Pignatelli fu coniato il famoso "zecchino di Belmonte", moneta aurea di ostentazione con l'effige e lo stemma del Principe, vera rarità numismatica. Nel 1806-1807 Belmonte sostenne, assieme ad Amantea ed a Fiumefreddo, un memorando assedio da parte delle truppe francesi comandate dal generale Peyri e fu l'ultimo castello ad arrendersi. Sotto i francesi Belmonte divenne capoluogo del XCantone del Dipartimento del Crati, che comprendeva il territorio che va da Amantea a Guardia Piemontese ed all'interno i centri urbani di Aiello, Altilia, Mangone e Rogliano. Con la proclamazione del Regno d'Italia, Belmonte assunse l'attributo di Calabro, per distinguersi dagli altri Comuni italiani omonimi. Lo stemma di Belmonte rappresenta una palma in mezzo a due torri ed è sormontato da una corona principesca. Le due torri sono quelle di Verri e di Barbarise, che contornano la palma, simboleggiante il paese.