Capacità ricettiva

Camere n. --
Suites n. --
Bagni n. --
Sale Riunioni: --
Sale Convegni: --

Servizi

Clicca sule icone per vedere le immagini ingrandite
La città, denominata Consentia, affonda le sue radici nella civiltà greca. Con enfasi venne apostrofata "l'Atene della Calabria". Meta degli Itali, si narra che fu fondata da Brettio, figlio di Ercole,nel 365 a.C. Bruzio significa "schiavo resosi libero". Il mito narrato da Pompeo Trogo e ripreso poi da Giustino narra che i suoi abitanti assunsero il nome di Brettii in onore della donna tramite la cui complicità espugnarono il campo dei soldati di Dionisio II di Siracusa. La città raggiunse presto l'apogeo della potenza e della ricchezza, sebbene poco si sa del periodo che va dalla dominazione dei Brettii agli interventi di Agatocle di Siracusa sino alla conquista romana ai danni di Sanniti, Lucani e Brettii. Per ben quattro secoli (tra la tarda repubblica e il basso impero) non v'è traccia nelle fonti letterarie della storia di Cosenza se non qualche reminiscenza di Varrone e Plinio il Vecchio che ne ricordano la fertilità del suolo e la bontà del vino. L'episodio che sicuramente si lega alla storia di Cosenza è la morte di Alarico, re dei Visigoti nel 410 d.C. Si narra che il re, giunto nella città dei Bruzi malato di malaria, ivi sia morto dopo aver razziato e devastato la città di Roma. Si dice che fu sepolto nel Busento, insieme ai suoi tesori.. La leggenda si è tramandata nei secoli, sebbene non fu mai ritrovata alcuna traccia della tomba. La città passò sotto il dominio bizantino prima, arabo poi. Proprio a quest'ultimo si fa risalire l'origine dei numerosi Casali disseminati nel territorio, anche se si ritiene che il fenomeno sia il risultato di un lento stratificarsi nel tempo. Vi fu poi l'avvicendarsi del regno normanno-svevo e la transizione a quello angioino. La repentina morte del sovrano Luigi III d'Angiò incoraggiò i tentativi di conquista della Calabria da parte di Alfonso d'Aragona .Durissima fu la repressione dei baroni che tentarono di ribellarsi ai funzionari Aragonesi. Ma la disfatta degli Aragonesi avvenuta a Seminara e a Cerignola aprì la strada alla dominazione spagnola che perdurò sino al Settecento. La città divenne sede della prestigiosa Accademia Parrasiana fondata da Giovanni Paolo Parrasio, cenacolo che frequentarono Bernardio Telesio, Sartorio Quattromani, l'arcivescovo Costanzo, e altre illustri personalità . Dalla cosiddetta "generazione telesiana" nacque la celebre Accademia Cosentina, la più antica tra quelle esistenti in Italia. Nel Cinquecento Cosenza si sviluppò oltre il Crati e il Busento, abbellendosi di magnifiche architetture civili e di un ingente patrimonio religioso. Questo periodo si caratterizzò per un notevole traffico della seta e dei prodotti dell'altopiano silano. Esso confluiva nella famosa fiera franca della Maddalena, ospitata nel quartiere dei Rivocati e che attirava mercanti da tutta l'Italia settentrionale, in particolar modo da Genova. Nel 1638 la città fu duramente colpita da un terribile terremoto e successivamente dalla peste e dalla carestia. La città dovette subire un secolo di decadenza caratterizzato dalla breve parentesi del viceregno austriaco. La peste del 1743, la carestia del 1764 e il terremoto del 1783 comportarono effetti disastrosi. Proprio in quel frangente la città apprese della proclamazione della Repubblica Partenopea da un dispaccio inviato da Francesco Saverio Salfi, illuminista cosentino, nominato segretario di quel governo provvisorio. Con il nuovo ordinamento francese la Calabria fu divisa in due province e Cosenza divenne capoluogo della Calabria citeriore. Sotto i francesi la città godette di un risveglio culturale ed economico notevole. Rilevante fu poi il ruolo dei cosentini nel Risorgimento; a testimonianza di ciò la terribile storia dei fratelli Attilio ed Emilio bandiera, che vennero fucilati nel Vallone di Rovito. In questo luogo i Borboni erano soliti eseguire le esecuzioni. Vi fu poi la partecipazione all'insurrezione progettata dopo lo sbarco di Garibaldi a Marsala. La città con il nuovo Regno conobbe un periodo di opulenza e ricchezza intellettuale. Notevoli personalità seppero dare lustro alla città, modificata nella struttura urbana, anche con l'impulso dato all'edilizia nel periodo fascista. Sino ai giorni nostri, alla Cosenza della rinascita culturale e archittettonica, del Teatro Rendano e delle nuove infrastrutture che la rendono città aperta allo scambio, alla tolleranza e ospitalità. Una città da vivere e da scoprire, che offre al visitatore magici scorci dall'intricato labirinto dei suoi vicoli stretti e tortuosi e le cui bellezze inorgogliscono enormemente i suoi cittadini.