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Secondo la mitologia greca Eracle (Ercole per i romani), durante uno dei suoi epici viaggi, si trovò ospite nella odierna Calabria presso il suo fraterno amico Kroton. Una notte Kroton si destò dal sonno a causa di un rumore sospetto e, temendo per la vita dell’amico Eracle, andò a controllare; anche Eracle udì lo stesso rumore e, vedendo un movimento sospetto dietro un cespuglio, non esitò a colpire quell’ombra. Si trattava, purtroppo, di Kroton che perlustrava la zona. Eracle, addolorato per la morte dell’amico, volle fondare in quella zona una città che portasse il suo nome e rendesse immortale il suo ricordo così tra la foce del fiume Esaro ed il promontorio Lacinio sorse Kroton… La storia non ha datato con precisione la fondazione di Kroton, avvenuta nel 743 A.C. o nel 710 A.C. ad opera di alcuni coloni achei e corinzi, guidati probabilmente dall’ecista Miscello. Kroton fu celebre per i suoi medici tra cui ricordiamo Democede (a cui si deve, forse, la scelta di Pitagora trasferirsi a Kroton, dopo averlo conosciuto a Samo) ed Alcmeone, il quale introdusse la sperimentazione trasformando la medicina, che fino ad allora era contaminata da magia e superstizione, in una scienza. Quando si parla di Kroton non si possono tralasciare i suoi atleti ed in particolare Milone; una leggenda narra che partì dalla Polis jonica con un vitello addosso e giunse ad Olimpia con un toro sulle spalle destando meraviglia e clamore, stravincendo i Giochi Olimpici. Dopo una coesistenza iniziale relativamente pacifica, tra le città magnogreche verso la metà del VI secolo a.C. iniziarono le discordie, che riproducevano a distanza lo scontro tra Atene e Sparta. Nel 560 Kroton e Locri iniziarono una guerra decennale che si concluse con la battaglia della Sagra, che vide la vittoria dei Locresi, sostenuti da Sparta. Dopo l'arrivo di Pitagora, Kroton mosse contro Sibari, fino ad allora sua alleata. Nel 510 a.C. ci fu una delle più grandi battaglie dell'antichità, nei pressi del fiume Trionto. Si trovarono di fronte 100.000 guerrieri armati dai Crotoniati, guidati dal leggendario atleta Milone, contro quelli dei Sibariti che li superavano per tre volte. La vittoria arrise a Kroton, che volle cancellare per sempre l'odiata rivale. E dopo settanta giorni di saccheggi venne deviato, sembra su idea di Pitagora, il corso del fiume Crati i cui flutti fecero sparire Sibari per sempre. Più tardi Pitagora, noto politico, filosofo e matematico costituì un governo elitario di espansione culturale, consolidando governi di stirpe pitagorica in molte poleis magnogreche, una vera e propria federazione fra città-stato con capitale Kroton. Giunta al massimo della sua egemonia politica e culturale, Kroton fu travolta da una serie di conflitti sociali che sfociarono nella sanguinosa rivolta guidata da Cilone durante la quale molti pitagorici furono trucidati e lo stesso Pitagora dovette fuggire da Kroton e riparò a Metaponto. Caduto il governo pitagorico, Kroton visse un periodo di decadenza. Costituì, con Metaponto e Caulonia, la Lega Italiota per difendersi dagli attacchi delle popolazioni lucane ma il pericolo giunse dal sud: nel 405 A.C. divenne tiranno di Siracusa Dionisio I che, nel 383, sconfisse la federazione in una sanguinosa battaglia.I romani conquistarono Kroton nel 277 A.C. Durante la seconda guerra punica Annibale vi tenne i suoi accampamenti invernali per tre anni e di qui si imbarcò per l'Africa nel 203. Nel 194 A.C. vi fu dedotta una colonia romana. Nel Medioevo Crotone fu sede di un presidio bizantino e nel 1284 fu concessa dagli Aragonesi ai Ruffo di Catanzaro. Carlo V le concesse ampi privilegi, ne fece restaurare il castello e ne potenziò il porto. Gravemente decaduta nei sec. XVII e XVIII per lotte politiche e malaria, saccheggiata dalle bande del cardinale Ruffo (1799), fu poi presa e spogliata dai Francesi nel 1806 durante la rivolta popolare nota come Vandea Italiana, l'eroica resistenza calabrese al dominio di Giuseppe Bonaparte. La scintilla scoccò a Soveria Mannelli, un villaggio della presila. Era il 22 marzo, secondo giorno di primavera e, secondo la tradizione, il francese che comandava il drappello che presidiava il borgo insidiò una bella e giovane donna del luogo. Alle grida della donna, accorsero i paesani guidati da un contadino, Carmine Caligiuri, e i quattordici francesi del drappello vennero massacrati. Da Soveria, l'insurrezione si diffuse come un fiume in piena in tutti i comuni vicini. A nulla servì che i francesi intervenissero in modo spietato, bruciando i villaggi e impiccando i rivoltosi. Nel frattempo Pedace, Martirano, S. Eufemia, Scigliano, Savelli, Longobucco e tanti altri si sollevarono. Amantea venne occupata da Frà Diavolo, noto come brigante, ma che in realtà fu un abilissimo ufficiale fedele al Regno delle Due Sicilie. A Maida il 4 aprile i Francesi furono sconfitti dai rivoltosi, sostenuti da truppe inglesi. Non paghi di avere compiuto massacri ad Acri e Crotone, i Francesi si scatenarono con violenza inaudita e la guerra, da ambo le parti, fu efferata e senza quartiere. Il 31 luglio vi fu la proclamazione dello stato di guerra nella Calabria: uno dei pochi provvedimenti formali nella storia dell'umanità, per legittimare le azioni di ferocia inaudita che i Francesi inflissero alle popolazioni della Calabria. Oggi Crotone è sede arcivescovile e capoluogo dell'omonima provincia in Calabria, oltre ad essre l'unico porto della regione affacciato sullo Ionio, nonchè uno tra i più grandi centri industriali nel comprensorio calabrese. Vanta la produzione del rinomato vino DOC "Cirò", dalle origini antichissime, basti pensare che veniva offerto agli atleti vincitori ad Olimpia.