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Dai dati in nostro possesso non è possibile parlare di un insediamento urbano di epoca greca e romana sul promontorio denominato “Coscia di Stalettì”, anticamente conosciuto come Mons Moscius. Ciò che è certo è che nelle età storiche più antiche, il territorio dell'attuale Stalettì rientrava nell'ambito della vicina città di Skylletion/Scolacium. Presenze antiche sul territorio sono state accertate in località Chillino, sul torrente Vulcano, dove probabilmente sorgeva un antico santuario delle acque, che i materiali ritrovati spingono a datare dal V sec. a.C. all'età romana. Intorno al III sec. a.C. si data l'antico tratto di mura difensive messo in luce durante gli scavi del Castrum bizantino di S. Maria del Mare. Ciò conferma una presenza stabile su un'altura importantissima dal punto di vista strategico per la sua posizione di controllo sul mare. Ad epoca romano-imperiale si datano poi i resti sulla scogliera vicino alla punta di Stalettì. Gli autori antichi ci indicano la presenza in quel luogo di una villa degli Aurelii, possedimento familiare del celebre Cassiodoro. Oggi sono ancora visibili le tracce delle vasche di un Vivarium (struttura per l'allevamento dei pesci) reso famoso dalla presenza in età successive dell'omonimo monasterium di Cassiodoro. In generale la presenza di popolamento in epoca greca e romana è fortemente documentata nel vicino ed importante sito archeologico di Roccelletta di Borgia. In epoca tardoantica ed altomedievale è preponderante la presenza dell'insediamento di Santa Maria del Mare. La fondazione dell’attuale agglomerato di Stalettì e le sue modalità non sono ben conosciute. Per quanto riguarda il nome, esso compare in un documento redatto in greco del 1202 e in un altro del 1310 (“In castro Scallachi”). E’ stato anche indicato come Stalati da Stalizo (Barrio, 1571), Stalatti (Marafioti, 1602), Stilitì (Fiore, 1691). Da un punto di vista etimologico, per il Rohlfs il toponimo riflette il greco stalacté (grotta con stillicidio, luogo di gocciolio). L'antico Stalacti risulta esistente nel 1273 in un elenco di castra exhabitata, ma i suoi abitanti risultano dispersi per diversas partes montaneas. Non compare invece nella seguente numerazione fiscale del 1276. Faceva parte come casale del feudo di Squillace. Nel 1443 era tassata per 71 «fuochi» o nuclei familiari, pari a 355 abitanti. Nuova linfa sembra animarla nel XVI secolo, quando viene citata nel resoconto di viaggio dell’abate Gabriele Barrio e la cinta muraria che proteggeva il villaggio viene monumentalizzata con un'entrata ad archi. Anche la strada di accesso al paese, chiamata via grande, la cui datazione è incerta ma collocabile tra XVI e XVIII secolo, ricalcava forse l’antico tracciato romano e medievale. Come casale di Squillace ne seguì gli avvicendamenti feudali (Marzano, Borgia, de Gregorio). Nel XVII secolo subì un duro attacco turco in seguito al quale le reliquie di San Gregorio, ospitate nell’omonimo convento dopo che, per tradizione storica, approdarono lungo la costa stalettese, furono per sicurezza nascoste 16 palmi sotto l’altare maggiore. Nel 1783 il paese non fu risparmiato dal devastante terremoto che provò duramente gran parte della Calabria e che a Stalettì causò ingenti danni. Negli anni della Repubblica Napoletana (1799), l’ordinamento amministrativo disposto dal generale Championnet lo incluse nel cantone di Catanzaro. I Francesi, nel 1807, lo classificarono università nel cosiddetto governo di Squillace. Divenne Comune autonomo nel 1811.