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Petrizzi ha una propria caratterizzazione geografica sito in zona collinare a metri 365 sul livello del mare, si estende a nord fino a metri 400 sul livello del mare; dista km 7,800 dalla ss.106 e quindi dal mar jonio. E’ la pietra che testimonia il passato, la pietra partorita dalla collina e divenuta docile dalle mani di artisti, la pietra trattata con l’estro, la pazienza e la delicatezza che, ha abbellito lassù, case, portali e archi. Si può dire quindi che Petrizzi è una piccola civiltà fatta d’arte. Non si hanno notizie precise e sicure sulle origini di Petrizzi. Un prezioso investimento archeologico testimonia, comunque, che un insediamento dovette esserci in zona sin dai tempi della preistoria: nel museo comunale di Catanzaro sono custodite due pietre rarissime in ottimo stato di conservazione, proveniente dal territorio di Petrizzi. Petrizzi un flusso di monaci Basiliani fondarono un primo cenobio sulle sponde dell’Ancinale e un secondo cenobio nella zona "Pietà". Le invasioni dei saraceni vennero sempre più frequenti e più terribili e si sa che nel 986 una grossa flotta Turca gettò le ancore sulla spiaggia tra il fiume Beltrame (che scorre ai piedi della collina di Petrizzi) e Gerace seminando ovunque la distruzione e la morte. Forse proprio in quei tempi la popolazione dei vari villaggi posti sulla costa insieme ai monaci Basiliani, abbandonarono le loro case per rifugiarsi sulla collina dove oggi sorge Petrizzi, perché molto più sicura. L’antico paese era cinto da mura e le case si addossarono intorno al castello una fortezza che occupa una vastissima area con la conquista del regno da parte degli Aragonesi, il principato di Squillace e quindi anche Petrizzi fu incamerato nei beni del demanio della corona. Pochi anni dopo, in seguito al costante incremento demografico ed economico, Petrizzi divenne autonoma e nel 1494 fu tra le terre facenti parti del tenimento feudale del principato di Squillace. Petrizzi in solo 27 anni dal 1602 al 1629 ebbe ben 6 diversi feudatari, e forse i suoi abitanti non riuscirono neppure a rendersi conto nel possesso feudale di quale barone erano. Nel 1642 il Re Filippo IV concesse il titolo di Duca a Salvatore Marincola. Da allora Petrizzi divenne ducea, tredicesima in ordine cronologico nelle Calabrie. Dalla metà del 600 Petrizzi crebbe in importanza e in popolazione, viene indicata come terra civilissima con buone e nobili famiglie, con molti dottori in legge.