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Comune in provincia di Catanzaro, 13,90 Kmq di superficie, confina con i territori dei comuni di Amato, Marcellinara, San Pietro Apostolo e Tiriolo. Situato alla destra del fiume Amato, si trova a 582 metri sul livello del mare ed ha una popolazione di 966 abitanti residenti nel centro storico e nelle case sparse lungo il crinale della collina da dove si possono ammirare scorci panoramici meravigliosi sui due mari: Jonio e Tirreno, in corrispondenza dell'istmo di Marcellinara. Il territorio è ricco di ulivi e querce nella parte collinare. Man mano che si sale verso la montagna si succedono castagni, faggi, ontani e cerri che costituiscono la fitta vegetazione di monte Portella (1.039 m). Qui la vista panoramica è veramente suggestiva e affascinante perché sì stende oltre l'istmo e raggiunge lo Stromboli e tutte le isole Eolie. Il centro abitato dista da Catanzaro 23 Km a cui è collegata per mezzo di una strada provinciale che si congiunge alla S.S. 19. La storia di Miglierina, in mancanza di documenti attendibili, si perde lontana nella leggenda e affonda le sue radici nelle tradizioni. Probabilmente un primo insediamento agricolo si ebbe nelle campagne a Sud dell'attuale abitato urbano in contrada Cusati ( termine di sicura derivazione greco-bizantina). Lo stesso nome Mglierina o Migliarina (come riportato dai cinquecenteschi atti notarili) potrebbe aver voluto indicare la contrada Melina dove si trovava una migliore “rina” per costruire le prime forme abitative. L'etimologia del nome, comunque, potrebbe derivare anche dal latino miliun (pianta di miglio), milia (migliaia), miliarium (pietra miliare) o addirittura dal tema germanico muller (mugnaio) da cui la variante fonetica dialettale Muglierina ancora in uso. Da testimonianze documentali sicure, risulta che, originariamente, Miglierina fu casale di Tiriolo e come tale ne seguì le vicende feudali passando dal dominio dei De Reggio a quello dei Ruffo, conti di Catanzaro che lo tennero fino al 1464. In epoca aragonese, nel 1481, Galeotto Carafa, duca di Nocera, acquistò dal Regio demanio la baronia di Tiriolo e con essa i diritti di giurisdizione anche su Miglierina. Successivamente, in pieno Viceregno spagnolo, e precisamente nel 1610, la baronia passò al conte Carlo Gigala-Doria. Durante il periodo francese (1806-1815), in seguito all'emanazione di un consistente numero di leggi e decreti che mutarono l'assetto amministrativo borbonico, Miglierina divenne Comune autonomo (decreto del 4 maggio 1811) e venne inserito nel circondario di Serrastretta. In un secondo tempo fu trasferito nel circondario dì Tiriolo (legge 1° maggio 1816 emanata dai Borbone). Dei terremoti verificatisi in Calabria, il paese ha riportato danni notevoli soprattutto durante quelli registrati nel 1783 e nel 1905. L'agricoltura si basa sulla produzione di cereali legumi, castagne, prodotti ortofrutticoli, vino e olio d'oliva. Il patrimonio zootecnico è costituito in prevalenza da ovini, caprini e suini. L'artigianato è presente in piccole forme per la lavorazione del legno e del ferro. Nel territorio si trova una sorgente d'acqua salino-ferrugginosa fredda.