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Il territorio della soppressa Diocesi di Martirano ed in particolare la stessa città capoluogo di Contea e di Circondario, purtroppo non sono stati mai trascurati dai disastrosi terremoti che negli ultimi secoli hanno tormentato la Calabria: basti considerare, innanzitutto, gli effetti del sisma del 1638 e il successivo terremoto del 1783, che fece risentire effetti negativi sull'intera economia del territorio del Reventino. Il colpo definitivo a Martirano fu però inferto dal violento sisma del 1905: durante la notte e poi nella giornata dell'otto settembre il suolo tremò violentemente; soltanto una cinquantina le case rimaste in piedi su 590; furono ridotte ad un ammasso di rovine la cattedrale normanna, il palazzo vescovile e così i palazzi signorili come quelli appartenenti alle famiglie Berardelli e Caligiuri. L'impressione suscitata dalle macerie sui soccorritori di Martirano e degli altri paesi della Calabria giunse in alto fino al Re Vittorio Emanuele III il quale decise di visitare i luoghi colpiti dal sisma; il 13 settembre fu a Martirano dove, guidato dal Vescovo di Nicastro Mons. Regine, dal Presidente del Comitato di Soccorso Berardelli, dal Parroco e dal Sindaco De Medici, si rese conto della grave situazione. La popolazione superstite venne sistemata in tende e baracche poste in località prossima all'area cimiteriale. Presto però si pose il dilemma se provvedere alla ricostruzione della vecchia Martirano, oppure individuare e costruire su un'area più sicura. Il Consiglio Comunale, il 20 settembre "riunitosi nelI'androne dell'ex palazzo municipale, deliberò la soppressione del paese, stabilendo che il nuovo abitato sorgesse nella contrada degli Orbi presso le falde del monte Molinara". Le notizie sul terremoto che aveva colpito la Calabria, riprese dalla stampa nazionale, ispirarono varie forme di solidarietà ed in particolare sensibilizzarono un Comitato Milanese già costituitosi in quell'anno per soccorrere le vittime delle inondazioni della Lombardia e del Veneto. Avuta notizia dei danni subiti dai Calabresi, il Comitato Milanese attivò una sottoscrizione di fondi che superò il milione di lire, cifra per l'epoca veramente notevole; Lire 400.000 furono stanziate per la ricostruzione di Martirano e, più precisamente, destinate alla costruzione di case per i poveri nella località Orbi e Piano delle Sorbe, prescelta per la fondazione della nuova cittadina in quanto ritenuta meno sismica e più facilmente collegabile con i paesi limitrofi e con la stessa Nicastro. Nell'imminenza dell'inverno, furono costruite in una prima fase le baracche necessarie per ospitare i senza tetto; il 1° giugno 1906 fu posata la prima pietra della nuova Martirano. Nacque in queste cicostanze l'unico centro abitato esistente nel territorio della Comunità Montana che presenti una planimetria squadrata e razionale, con una piazza al centro sulla quale sono poste il Municipio, la Chiesa, le Scuole e l'Asilo; le abitazioni risultano dislocate lungo le numerose traverse che si intersecano. Martirano Nuova merita di essere visitata sia per la particolare planimetria che risponde ad una concezione urbanistica moderna e sia per i materiali e le tecniche di costruzione degli edifici pubblici e privati ispirati a criteri antisismici. Per dimostrare la propria gratitudine verso il Comitato Milanese di Soccorso, gli amministratori locali nel 1929 deliberarono la modifica della denominazione del Comune da Martirano a Martirano Lombardo. Non tutti i Martiranesi, però, si trasferirono nella nuova sede cittadina: numerosi furono, infatti, coloro che si dedicarono alla ricostruzione del vecchio centro storico. Gli abitanti dei due nuclei urbani col tempo inasprirono i loro rapporti al punto che il 1957 i cittadini rimasti a ricostruire sulle macerie dell'antica città, ottenuta la separazione dalla nuova cittadina alla quale rimase la denominazione di Martirano Lombardo, rifondarono il Comune di Martirano, volgarmente detto Vecchio o Antico.