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Arroccato su di una collina coltivata ad uliveti e vigneti è un paese di origini antichissime. Curinga ritrova insediamenti umani nel suo territorio fin dal periodo Neolitico. Resti evidentissimi si possono riscontrare nella Necropoli di Curinga. Nel periodo magno - greco era denominata Lacconia (l'attuale Acconia), e costituiva un modesto approdo marittimo. Restano importanti resti dell'epoca Romana in un complesso termale del III - VI sec. d.C. facente a sua volta parte di una grande villa padronale. Quando i Goti l'occuparono fu completamente abbandonata dalla popolazione. Lacconia subì ancora negli anni a venire frequenti incursioni Saracene fino a quando sotto il dominio dei Normanni e successivamente degli Svevi divenne uno dei centri più importanti per la coltivazione della canna da zucchero. Fu sottoposto (come del resto l'antica frazione Lacconia) a vari feudatari: nel sec. XII ai Santo Liceto, poi ai Marzano nel 1332, ai Caracciolo nel 1409, ai Ruffo nel 1417, ai Di Palma nel 1560, poi ai Carafa, poi ancora ai Caracciolo, ai Loffredo ed infine di nuovo ai Ruffo che lo dominarono fino all'eversione della feudalità nel 1806. I terremoti del 1638 e del 1783 ebbero effetti disastrosi sulle genti di Curinga. Ma la malasorte non aveva ancora terminato di agire negativamente su questo importante centro. Infatti il 27 Giugno del 1848 Curinga era teatro di un sanguinoso scontro tra i Nazionali e i Borboni nei pressi di Ponte delle Grazie. Nel 1860 ancora una battaglia questa volta tra i Borboni e le Camice Rosse di Garibaldi. E' proprio Curinga nel 1870 la scintilla che muove nei moti insurrezionali la sfida della Calabria per l'Unità d'Italia. Venne riconosciuto comune con giurisdizione sulla frazione Acconia dal decreto istitutivo dei circondari e dei Comuni del 4 maggio 1811. Alla fine del '700 Curinga contava 3.010 abitanti, 4.177 nel 1901; 5.004 nel 1921; 6.605 nel censimento del 1951. Ha sede comunale ad Acconia frazione con 916 abitanti a 35 m.s.m.. Gli abitanti si chiamano Curinghési.