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Le origini di Belcastro sono avvolte, purtroppo, dal velo della leggenda e della tradizione orale. Il primo a parlare di Belcastro e della sua storia é il noto umanista calabrese Gabriele Barrio, vissuto nel XVII secolo; nel descrivere i luoghi e le antichità della Calabria, così si esprime a proposito di Belcastro: “Oltre ... sorge la città di Belcastro, sede Episcopale, situata in posizione elevata: dista da Cropano quattromila passi, otto dal mare. Ritengo che essa sia Cona, che Licofrone chiama Opulenta. E Strabone dice che la fondò Filottete nei pressi di Petelia, dalla quale dista diecimila passi ... Nei pressi di Cona, vale a dire Belcastro, scorre il fiume Nascaro, una volta detto Siro. Di esso Licofrone dice nell’Alessandria «e il celebre Siro fu [leggi: scorre], irrigando la profonda fertilità di Cona». Il territorio, infatti, é ferace di grano e altri messi, si producono vini molto rinomati, olio e miele ottimo. La città non é priva di sorgenti d’acqua, esiste anche una fonte celebre, detta Caria, che significa grazioso. Esiste inoltre una sorgente d’acqua salsa, dalla quale si ricava la salamoia”. Al Barrio si associa l’altro scrittore calabrese G. Marafioti che lo ricalca quasi pedissequamente. Lo scrittore cropanese G. Fiore, invece, dissente dai primi due affermando che l’attuale Belcastro non era l’antica Chona ma “la celebrata Petelia, ch’oltre all’aperte testimonianze de’ Scrittori, e per numero, e per gravità superiori a qualunque altro, degli altri sentimenti vi soscrivono le conghietture. Tolomeo e Stefano collocano Petelia tra due Fiumi Tacina, ed Arocha, cioè Crocchia, adunque Ella è Belcastro, posta nel mezzo de’ suddetti Fiumi. Oltre di ciò i1 ricordato D. Tacina reca molte Scritture antichissime, nelle quali alcuni testimoni si soscrivono in Belcastro, come di Petelia. E per terzo in poco distante Villaggio di Albanesi, col nome di Marcidusa si son ritrovate alcune medaglie antiche coll’iscrizione, Petelion, forse perché o membro, o suburbio della vicina Petelia."