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Tursi candida e solenne conserva il fascino poetico del paesaggio lucano fatto di colori improvvisi, di castelli leggendari e di cattedrali maestose. Le sue case immerse in verdi colline profumate di rosmarino e fiori di ginestra si snodano come in un bianco presepe. I valichi e i burroni che la circondano sono ingentiliti dalla presenza di vestigia del tempo passato. La personalità volitiva dei suoi abitanti non solo si esterna nelle sue opere poderose dei contrafforti e dei ponti che legano un valico all'altro e ingabbiano le timpe ma anche nei prodigiosi giardini dove splendono gli agrumi che colorano il paesaggio di frammenti solari. Teatro sin dall'Alto Medio Evo di eventi di grande importanza nella storia del Mezzogiorno, fu capitale della Provincia Bizantina e punto di aggregazione di una folta comunità saracena. Pur abitata dai Greci e probabilmente dai Longobardi, Tursi ha un quartiere: la Rabatana che richiama a d origini arabe e che sovrasta l'intero abitato. Tursi con la sua storia millenaria serba ancora impercettibili segreti ad iniziare dalla sua lingua (o dialetto), nota ormai dappertutto ed e' nella sua complessità, la terra del ricordo che pervade l'opera del poeta Albino Pierro. Girovagando tra le strette e tortuose viuzze che salgono dal vociare della centralissima via Roma, sino ai silenzi della Rabatana, si tocca con mano una storia lunga ed affascinante. L’abitato, situato su di una collinetta, ha origini molto antiche. Si presume che il paese sia stato fondato dai Goti che, dopo aver distrutto nel 410 l’antico centro agricolo di Anglona, edificarono sul territorio vicino la loro fortezza. Con l’invasione dei Saraceni, si formò il nucleo abitativo della “Rabatana” termine derivato dall’arabo “rabad” che vuol dire borgo. Originariamente il centro era noto col nome di “Turcico”, termine derivato probabilmente dal nome del fondatore. Il nome, nel X sec. con l’invasione bizantina, mutò prima in “Tursikon” poi in “Tursico” ed infine in TURSI. Il paese fu dominato dalle famiglie dei Sanseverino, dei Doria, dei Visconti e dei Colonna Doria. TURSI, ricca di chiese di antiche origini, è sede vescovile dal X sec.. Interessante nel suo abitato è il convento dei Cappuccini, fondato nel 1568 e abbandonato definitivamente nel 1866. Alla fine del XIX sec. il convento fu acquistato da Mons. Virgallito e ristrutturato successivamente dal vescovo Quaremba. All’interno della chiesa annessa al Convento si possono ammirare una tela raffigurante la SS. Trinità ed una serie di medaglioni, posti lungo le pareti, raffiguranti gli apostoli. La più importante chiesa di TURSI è il Santuario della Madonna di Anglona la cui costruzione risale all’XI sec.. Il Santuario, meta ogni anno di numerosi pellegrini, è situato a circa 6 km dall’abitato in posizione isolata e panoramica sui fiumi Agri e Sinni e dal 1931 è monumento nazionale. Durante i lavori di restauro del 1965 sono stati rinvenuti i resti di una precedente Cattedrale di cui non è stato possibile determinare una datazione precisa. La facciata della chiesa è caratterizzata da una torre campanaria a base quadrata con bifore, da un protiro e da due colonne in pietra situate ai lati del portale su cui sono scolpite le immagini degli apostoli Pietro e Paolo. L’interno, a croce latina con navata centrale e due strette navate laterali, è ricca di affreschi dell’XI, XIV e XV sec.. Di notevole interesse storico ed artistico è la chiesa di Santa Maria Maggiore, situata nel borgo antico “Rabatana”, la cui costruzione risale al IX sec. ad opera dei monaci basiliani ed è caratterizzata da un portale quattrocentesco e da un interno in cui si può ammirare un’acquasantiera del 1518. Sottostante la chiesa vi è una cripta in cui sono conservati un presepe in pietra del XV sec., opera probabilmente di Altobello Persio, un crocifisso ligneo del XV sec. ed un sarcofago in pietra con uno stemma raffigurante San Giorgio. Nel centro del paese l’imponente costruzione della Cattedrale, con interno a tre navate e rilievi in pietra, non è più agibile a causa di un incendio che nel 1988 ha devastato in modo gravissimo ed irrecuperabile l’intero edificio. Interessanti da visitare sono: la chiesa di San Filippo Neri, protettore di TURSI, la cui costruzione risale al 1661 con interno a tre navate ed altari marmorei; la chiesa della Madonna delle Grazie di cui non si conosce l’epoca di costruzione, ma per il suo stile barocco si può datare tra il XVII e il XVIII sec.. TURSI è noto per aver dato i natali al famoso poeta Albino Pierro che con le sue opere, tradotte anche in più lingue, ha valorizzato la poesia dialettale. Il paese prevalentemente agricolo, è circondato da piantagioni di agrumeti, pescheti ed uliveti. In una zona franosa ed argillosa a cui si accede percorrendo una via mulattiera è situata una sorgente salina-magnesiaca ad azione purgativa detta “pozzo dell’acqua saprita".