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Cittadina posta sul confine tra la provincia di Potenza e quella di Bari, in posizione dominante la vallata del fiume Bradano. Dal medioevo al 1895 si chiamò MONTEPELOSO. Ebbe grande importanza in epoca romana, e fu tra i centri più sviluppati della Basilicata nel periodo di dominio longobardo e bizantino. Con l’occupazione normanna, la città divenne feudo di Tancredi di Conversano che creò una comunità autonoma, distaccando la cella di Santa Maria dello Juso dal monastero benedettino di San Lorenzo di Aversa. Alla comunità vennero concessi numerosi feudi e casali fra cui quello di MONTE IRSI da cui prese l’attuale nome. Nel 1123 il papa Callisto II con una bolla nominò la cittadina sede episcopale. Nel periodo angioino fu prima sotto il controllo di Pietro di Beaumont e poi di Giovanni di Monfort. Nel 1347 passò al dominio dei De Balzo, che persero il feudo in seguito alla congiura del Malconsiglio. Nel 1586, IRSINA venne acquistata dalla ricca famiglia genovese dei Grimaldi, e dal 1664 passò ai Riario e poi agli Sforza. Nel 1570 il feudatario Scipione Gaetano d’Aragona fece costruire un convento francescano, oggi non più esistente. Interessante nel paese è la cattedrale, dedicata alla Madonna dell’Assunta, costruita nel XIII sec. e rifatta nel 1777, con facciata barocca e campanile a bifore di stile gotico; nel suo interno sono conservati una fonte battesimale in marmo rosso, la statua marmorea di Santa Eufemia e una serie di tele di scuola napoletana del XVIII sec.. Secondo fonti attendibili la prima cattedrale di cui oggi esiste solo il campanile sarebbe stata edificata da Grimoaldo, duca di Salerno. Di grande pregio è la chiesa del convento di San Francesco del XII sec., rifatta nel XVI sec.; la sua cripta conserva interessanti affreschi di scuola umbro-senese del XIV sec. con le raffigurazioni del Redentore, l’Incoronazione di Maria, l’Annunciazione, la Crocifissione e la Resurrezione. Nella chiesa del Purgatorio è conservata una bellissima tela raffigurante “Le Nozze di Cana” del 1600. Nel paese si trova il museo Janora, in cui é esposta una vasta collezione di vasi arcaici, manufatti preistorici, monete, cimeli e costumi femminili del 1700. La maggior parte della popolazione è dedita all’agricoltura, infatti prevalgono le aziende cerealicole e viticole. Sviluppato é anche il settore zootecnico, al quale sono legate le aziende per la produzione di salumi e formaggi.