Capacità ricettiva

Camere n. --
Suites n. --
Bagni n. --
Sale Riunioni: --
Sale Convegni: --

Servizi

Clicca sule icone per vedere le immagini ingrandite
Le fonti storiche del paese sono poche ed incerte. Il suo territorio fu teatro di vicende storiche romane, come dimostra il cimitero di epoca romana ritrovato in località Perolla. Questo nome deriva dal figlio del condottiero romano Pacuvio Claudio Capuano, appunto Perolla, che mise in atto il segrato di uccidere Annibale. L'antico borgo medioevale ha subito l'influenza di tutti i paesi lucani, infatti passò di feuda in feudo. Il suo nome deriva per alcuni dal latino Saulia che significa "luogo impiantato di salici", per altri da Salvia "pianta aromatica" che tutt'ora cresce abbondante e spontanea nelle campagne. Fu patria dell'anarchico G. Passanante e quando questi attentò alla vita del re Umberto I il 17 novembre del 1878, il nome del paese fu Savoia di Lucania in onore del re. Successivamente fu feudo dei Sanseverino di Marsico, poi fu di Giovanni de Hansche, ma poi fu ceduto ai Gesualdo dagli Aragonesi che, a loro volta, lo cedettero ai Caracciolo. I primi nuclei abitati risalgono al 1130 quando i coloni, che coltivavano le terre del Vescovo Conte, crearono i primi casali nelle località che , ancora oggi sono chiamate "Casale, Castellaro e Casino di Monsignore". Per la sua posizione è un paese che ha sviluppato molto l'agricoltura e successivamente aziende zootecniche. Importante la Chiesa di San Rocco che risale 1500 ed è caratterizzata da un campanile a cupola e da un portale in pietra; inoltre ha un altare maggiore in stile barocco di marmi policromi e anche delle tele del 1700 del Pietrafesa, infine una statua dell'Immacolata in legno. L’ area intorno a Savoia è ricca di boschi e scorci panoramici di notevole interesse. Imboccando la strada che dal paese conduce a Vietri, poco dopo aver lasciato l’ abitato, sulla destra una strada sterrata conduce al bosco Luceto. È un’ escursione che si consiglia particolarmente agli amanti della natura più incontaminata e selvaggia, in una zona non ancora attrezzata, fitta di cerri e carpini dai rami e dalle radici inestricabili, e priva di sentieri ben battuti. Se si è muniti del giusto equipaggiamento, vale la pena spingersi fino al Vallone del Tuorno ( del tuono ), affluente del Melandro ( sulla strada sterrata, indicazioni per “ Vallone del Tuorno “ e “ Acqua Solforosa”): dopo una discesa tra gli alberi di circa 300 metri e un tratto lungo il corso del torrente, un rumore di acque in caduta anticipa la sorprendente scoperta di sei cascate, alcune alte fino a 20 metri, che pochi ancora conoscono. Il paesaggio del Luceto offre altri scorci di selvaggia bellezza, come le millenarie stalattiti e stalagmiti, che conserva al suo interno, le sorgenti di acqua solforosa, e perfino un vecchio mulino ad acqua, detto “lu Mulniedd”, che l’ antica sapienza contadina ha fatto giungere fino a noi. Per chi voglia percorrere sentieri più facili ma non meno suggestivi, l’ escursione più consigliata è quella al monte Carvarino, in località Macchia Carrara, zona ricca di castagni (diffusi in tutto il comune di Savoia) e felci che, nelle stagioni opportune, abbonda di funghi galletti e piante di fragole e lamponi.