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San Chirico ha antiche origini, sorge intorno al VI° secolo a.c. in una località denominata “Serra”, distante meno di un chilometro dall’attuale centro abitato. La sua esistenza è testimoniata dai ritrovamenti archeologici rinvenuti dalla Sovrintendenza Archeologica di Potenza nel 1858 e nel 1986 e da altre campagne di scavi effettuate anche recentemente. Gli scavi hanno riportato alla luce vasi di terracotta, un'armatura tipica dei soldati lucani, alcune monete romane e greche, ed alcune pietre con iscrizioni sepolcrali. Gli ultimi ritrovamenti emersi sono stati la scoperta di due templi (sacelli) dedicati alla Dea Artimis (dea della caccia), a Demetra (dea della natura) ed ad Afrodite (dea dell’amore). Da questi ultimi ritrovamenti si è appurato che nel VI° sec. a.c. il sito in località Serra è stato abitato da genti di cultura Daunia nord-lucana (forse i Peukentiantes di cui parla Ecateo geografo greco del VI° a.c.), genti affini a quelle appule del Daunia (Capitanata di Bari). Degli avvenimenti succedutesi durante l’epoca romana non si hanno dati rilevanti, in quanto le numerose invasioni barbariche che si sono avute nella zona hanno più volte devastato il territorio. Sono state rinvenute soltanto lapide funerarie scritte in latino nelle aree circostanti la località Serra, segni questi che anche durante tale epoca il sito è stato abitato. L'attuale San Chirico risale probabilmente al 960 d.c., ad opera di una colonia greco-bizantina che, per sfuggire alle persecuzioni iconoclastiche nel loro paese, riparò da queste parti raggruppandosi attorno ad una torre, costruita dagli stessi bizantini verso l’anno 826 d.c. come avamposto e limite di confini dai Longobardi. Col passare del tempo, intorno alla torre, oltre alla colonia greco-bizantina, si raggrupparono altri nuclei di persone che, in breve tempo, divennero così numerosi da far sorgere la necessità di darsi una denominazione. I capi scelsero per denominazione “SANCTUS QUIRICUS”, nome di un loro santo, che bambino di appena tre anni, nato nella città di Iconia della regione di Laconia (Asia Minore) da nobile stirpe, venne martirizzato sotto gli occhi della madre Regina Pollonica di nome Giuditta, nell’anno 303 d.C. a Tarso in Cilicia, sotto l’imperatore romano Diocleziano che emanò l’Editto della X° persecuzione contro i cristiani.. Prova tangibile dell'esistenza di questa colonia greco-bizantina sono numerose parole presenti nel dialetto locale e l'appellativo di "Griciudd" (greci) con cui ancora oggi vengono denominati i cittadini di San Chirico. Con la conquista normanna anche nell'Italia Meridionale si diffuse il feudalesimo e la difesa di San Chirico venne inclusa nella contea di Tricarico ed assegnata alla famiglia Sanseverino, che verso il 1160, intorno alla vecchia torre, fece costruire un imponente castello di cui non restano tracce, se non una torre. In epoca recente, sui resti dell’antico maniero che domina l’intero paese, è stato costruito prima il Municipio e successivamente la Scuola Media Statale. Durante la dominazione sveva la famiglia Sanseverino nella persona di Giacomo, a causa della sua partecipazione alla rivolta contro Federico II° (1240), perse il feudo che l’Imperatore, il 10 dicembre 1250, assegnò al figlio Manfredi. Durante la dominazione angioina il feudo passò poi: nel 1270 a Goffredo di Sarzin, nel 1274 a Giacomo Balsimiano e per alcuni anni a Giovanni Saumery e a Roberto Austrasche (de Altrisia) per poi ritornare di nuovo ai Sanseverino (1285) per via di matrimoni, nella persona di Tommaso II° sposato in terze nozze a Sveva di Avezzano figlia di Grimondo signore della Contea di Tricarico. Questa potente famiglia, nella persona di Giacomo, il 20 novembre 1377, faceva la comunione dei beni e costruiva una torre, di cui esistono ancora i resti, lungo il tratturo della “Mezzana” per averne un controllo più sicuro.