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Palazzo S. Gervasio è una cittadina di origine normanna, che deve la sua fondazione ai privilegi offerti da Drogone d’Altavilla e che si è sviluppata intorno al Palatium, costruito da Roberto il Guiscardo nel 1050, o dal nipote del Guiscardo Ruggero II nel 1140. La prima fonte storica parla di un casale dipendente dall’Abbazia della Trinità di Venosa ed è datata 1082 anche se sono evidenti le preesistenze preistoriche ed alto medievali. Il Palatium fu chiamato S. Gervasio dal nome del santo cui era dedicata la chiesetta di Cervarezza, uno degli antichi villaggi della zona. Il nucleo più antico del rione Spirito Santo possedeva una chiesa dedicata ai martiri Gervasio e Protasio, menzionata in due bolle papali dell’inizio del XII secolo. Studiosi e viaggiatori delle epoche successive, come Racioppi, Douglas, Malpica e altri, hanno definito “storiche” le acque di Palazzo, sia per la Fons Bandusiae, celebrata nei versi di Orazio (nei pressi della quale sorge la summenzionata chiesa), sia per il torrente Valero, dove secondo la leggenda, sarebbero state sepolte le spoglie del console romano Valerio; sia per l’acquedotto, fatto costruire da Erode Ateniese (36 km), che convogliava le acque della Fontana Grande, dai piedi del Palatium, a Canosa in Puglia. Una via centrale è dedicata al console romano Marcello, caduto in uno scontro con i cartaginesi di Annibale in Contrada Casaleni (208 a. C.). Il corso principale del paese è invece dedicato a Manfredi. La tradizione vuole che fosse percorso dal sovrano per recarsi dal Palatium alle famose scuderie. Alla morte di Manfredi (1266) il re angioino Carlo I trasformò il tenimento di S. Gervasio in una Difesa della Basilicata, ma solo nel 1316 col re Roberto d’Angiò viene citato esplicitamente in un documento l’esistenza di un centro abitato denominato Terra o Villa Sancti Gervasii. Per circa un secolo la zona visse una fase di decremento demografico e di recessione economica, a seguito della grande peste del 1348.