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Dal Latino Laurentius con il suffiso ana, femminile (Flecchia). Il toponimo, localmente Laurenzàne, in passato si poteva leggere anche al maschile laurenzano ( cfr. Giustiniani 1797 -1805, V.227). Lo stemma iniziale ufficiale [riportato dall'effigiario della "Provincia di Basilicata"] propone un'effigie li S.Lorenzo con una spiga di grano tenuta nel braccio destro mentre la mano sinistra si appoggia ad una grata metallica. Il Lacava parla invece li tre monti color roccia ed in ciascuno di essi una cometa d'argento, ed al di sopra liberata una colomba dai suoi colori naturali e fondo cielo. Tale stemma sarebbe stato desunto dall'architrave della chiesa del Carmine dove era riportata la data del 1611. Ma questa, secondo Lacava, era una contraffazione o una mala interpretazione dell'arma dei Carmelitani. Le origini di Laurenzana risalgono all’ anno Mille. Ebbe tra i feudatari Guglielmo che prese parte alla rivolta ghibellina dl 1268. Nell'età Aragonese appartenne agli Orsini del Balzo dai quali passò, nel secolo XVI, ai Poderico e poi ai Loffredo, ai Filangieri, ai De Ruggiero ed infine ai Quarto di Vaglio e Belgioioso. Alla fine del secolo XVIII era camera riservata dei Gaetani d' Aragona. ll primo nucleo abitato si forma intorno al castello ed alla Chiesa Madre dove riposano le spoglie del Beato Egidio. Intensa fu la partecipazione ai moti politici del 1799 e, con Calvello, a quelli del 1821-22. A Laurenzana fu molto sentita la restaurazione dell' assolutismo, avvenuta poco dopo le vittorie riportate dagli austriaci contro le truppe napoletane nel marzo de11821. Di qui la riscossa capeggiata dal maggiore Giuseppe Venita di Ferrandina, dal capitano Giuseppe Corrado di Potenza e dal medico Carlo Mazziotta di Calvello. I quali dimorarono a lungo a Laurenzana e la scelsero come quartiere generale di tutto il circondario. Fu in questo centro, in casa di un certo Jula che, per alcune settimane, trovarono rifugio Giuseppe Venita e il fratello Francesco, perseguitati in modo spietato dal governo borbonico. I suddetti fratelli, arrestati nel bosco di Pietrapertosa, saranno fucilati con altri sette a Calvello il 13 marzo, 1822. Nello stesso giorno 47 cittadini di Laurenzana furono tradotti innanzi alla Corte Marziale di Potenza che ne condannò a morte 17, sospendendo poi, per 15 di essi, l'esecuzione della pena capitale. I soli per i quali la condanna fu confermata, furono uccisi a colpi di moschetto la mattina 13 aprile 1822. Si dimostrarono fieri nella morte, come erano stati intrepidi nella lotta.Laurenzana partecipò ai moti del 1848 e del 1860, durante i quali si distinsero Leonardo Romano (insigne giureconsulto) e il patriota Domenco Asselta. Nei primi mesi del XX sec.le condizioni di vita della popolazione in particolare dei lavoratori della terra, si fanno difficili anche a Laurenzana. Per cui si sviluppa un consistente movimento migratorio verso le Americhe. Nel periodo 1950-1970 il fenomeno si ripete. Questa volta si cerca lavoro nel nord Italia, in Australia, in Germania e in Svizzera.