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Carbone è un piccolo abitato della Basilicata, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, ed è situato sulla sponda sinistra del torrente Serrapotamo. Sull’origine del suo nome si sono fatte molte ipotesi. Sicuramente la più fantasiosa è questa: in origine il suo nome era MONTECHIARO o MONTE D’ORO, poi venne distrutto completamente a causa di un incendio appiccato da un gatto che, infreddolito, sonnecchiava vicino al fuoco. Ad un tratto la sua coda prese fuoco e, per lo spavento e il dolore, cominciò a saltellare prima per la casa e puoi fuori nel pagliaio. Da questo ne scaturì un incendio che bruciò tutto il paese. Seconda ipotesi: il nome trae origine dal carbone che si estraeva dai boschi e da qualche banco di lignite. In ultimo, tesi più probabile, è che sorto nel IX sec. d. C. col nome “MONTEDORO” per l’abbondanza dei raccolti, cambiò poi nome in “MONTECHIARO” ed infine prese il nome di “CARBONE” dal cognome dell’abate San Luca Carbone di Armento, che terminò la costruzione del monastero dei Santi Elia e Anastasio. Nel 1799 CARBONE prese parte alla rivoluzione partenopea, durante la quale vennero impiccati i fratelli Brando. Nel XIX sec. il paese fu saccheggiato dai francesi, che distrussero il monastero dei Santi Elia e Anastasio e nel 1857 fu sconvolto da un terribile terremoto che provocò numerosi danni. Interessante nel paese è la chiesa Madre, del XVI sec., dove sono conservate alcune tele di scuola napoletana del 1600, un reliquario d’argento del XVI sec. ed alcuni oggetti recuperati dal monastero distrutto. Nella cappella dell’ex convento di San Francesco si possono ammirare affreschi del 1700, ed una tavola raffigurante la Madonna con i Santi del 1500. Il centro storico è caratterizzato da case in pietra ed antichi palazzi come Palazzo Cascini, Palazzo Castelli, Palazzo De Nigris, Palazzo Castronuovo. CARBONE essendo circondato da boschi di castagno, di faggio e di abete bianco è un territorio ricco di pascoli, ed inoltre nel periodo maggio-novembre si raccolgono numerose varietà di funghi, tra cui i pregiatissimo tartufo bianco e tartufo nero. Il centro ha conservato le pittoresche caratteristiche del paesino di montagna. Nel centro storico non mancano pregevoli portali litici, dimore gentilizie e graziosi vicoli, dove la protagonista assoluta è la pietra viva. Ricco di boschi frondosi, di querce e castagni, Carbone è una vera oasi di verde e tranquillità. Sul corso del Serrapotamo sono stati creati alcuni laghetti artificiali con piccole dighe, "attrazione", nel periodo estivo, per molti turisti in cerca di refrigerio. A Carbone "mani pazienti" riescono ancora a confezionare piccoli capolavori artigianali, soprattutto in ferro e in legno. Prelibati i piatti tipici della sua cucina. Sobrie le sue specialità, come il dolce al sanguinaccio, i salumi caratteristici, la focaccia carbonese, i fusilli, le orecchiette; il tutto accompagnato dall'ottimo vino "mitologico" della collina.