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Il paese si sviluppa sulla cresta di una montagna ed è dominato dai resti del castello feudale, costruzione risalente al IV secolo d.C., nel 1456. L'agglomerato venne completamente distrutto dal terremoto del 1456, ed il luogo rimase pressoché deserto fino a quando venne ripopolato da una colonia di albanesi della città di Corona, i quali tra il 1534-36, per sottrarsi al furore di Baiazet II fuggirono e furono accolti dal principe Pietrantonio Sanseverino. Dei profughi albanesi ancora oggi si ha testimonianza da alcune parole dialettali e dai nomi di alcune località. Il patrimonio artistico è abbastanza ricco, di notevole importanza sono alcune ceramiche del V secolo a.C. e alcuni bronzi del VII sec. a.C. rinvenuti nel territorio di Brindisi di Montagna. La festa più sentita è quella di San Nicola di Bari che si celebra il 6 dicembre. Da ricordare è anche la festa che si svolge il 9/10 settembre, in onore di S. Lorenzo Martire, nella vicina località di Grancia, sede un tempo dei Padri Certosini. I festeggiamenti sono caratterizzati da una lunga fiaccolata che si effettua la sera della vigilia. Le principali attività della popolazione sono l’agricoltura e l’allevamento del bestiame, entrambe condotte con metodo tradizionale e perciò poco redditizie. L’artigianato, un tempo fiorente, è scomparso del tutto. Data la vicinanza di Brindisi di montagna col capoluogo, accentuato è il fenomeno della pendolarità.