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Acerenza, una delle più antiche città della Basilicata, è situata a 833 metri s.l.m. su una rupe tra il Bradano ed il suo affluente Fiumarella. Vista dalla valle, la città, dà l'impressione di una fortezza inespugnabile, posta com'è su una rupe di tufo arenario. Anticamente la sua posizione era considerata importante dal punto di vista strategico-militare, in quanto dominava le grandi arterie che collegavano il sud con Roma: la via Appia, l'Appia-Traiana e la via Erculea che portava sulla costa ionica. Le origini di Acerenza risalgono alle prime tribù della Basilicata e, più precisamente, agli Osci, i quali si erano insediati nelle zone più elevate della Basilicata. Essi diedero a questa comunità da loro costituita il nome di Akere, che con il passare del tempo e quindi delle varie dominazioni si trasformò in Acheruntia, anche se spesso negli scritti latini,come quelli di Orazio, viene denominata Acherontia. Importante nei secoli, Acerenza fu colonia e prefettura romana, vastissimo gastaldato longobardo, importante centro normanno, ed infine castello ghibellino, angioino, aragonese. Dal 1059 fino al 1977 fu l'unica sede Metropolita di tutta la Basilicata e dal 1642 sino alla fine del secolo scorso, fu sede del Seminario regionale. Il Comune di Acerenza, con i suoi 3.000 abitanti, regge la sua economia sui settori tradizionali: l'agricoltura e piccole imprese artigiane. Dal 1972 è sede di comunità montana, comprendente i comuni dell'Alto Bradano, con un territorio molto vasto e una popolazione di oltre 30.000 abitanti. Ad Acerenza, opera un centro di riabilitazione psico-motorio, dipendente dal presidio ospedaliero S. Carlo di Potenza situato in una tenuta di proprietà dell'Archidiocesi, all'interno della stessa c'è il Villaggio Tabor, molto frequentato dai giovani dell'Azione Cattolica provenienti da tutta Italia, nonché la residenza estiva dell'Arcivescovo, il tutto circondato da una vasta pineta.