Capacità ricettiva

Camere n. --
Suites n. --
Bagni n. --
Sale Riunioni: --
Sale Convegni: --

Servizi

Clicca sule icone per vedere le immagini ingrandite
Valmozzola è facilmente raggiungibile dalla A15 (uscita Borgo Val di Taro), dalla S.P. 308R di Fondo Valle Taro e dalla viabilità provinciale che lo collega al Comune di Varsi. Dalle vette dei monti Barigazzo (m. 1286 s.l.m.) e La Tagliata (m. 1227 s.l.m.) alle rive del fiume Taro, la valle del Mozzola offre scenari naturalistici di un certo rilievo, fra i quali merita di essere menzionata la formazione ofiolitica della Rocca di Gusaliggio, a precipizio sul torrente. Le vicende della Val Mozzola sono legate in modo particolare ad una delle principali dinastie nell’Italia del primo Medioevo, gli Obertenghi, dalla quale derivano le famiglie Estense, Malaspina e Pallavicino. Secondo il manoscritto Historia Pallavicina, con atto datato all’anno 981 l’imperatore Ottone concede a Adalberto I, progenitore dei Pallavicino, terre fortificate in Lombardia tra le diocesi di Cremona, Parma e Piacenza, fra le quali Gusaliggio e la Val di Mozzola. Al momento non vi sono dati che possano confermare l’atto citato nella Historia Pallavicina. La signoria dei marchesi Pallavicino sulla Val Mozzola è documentata in modo sicuro a partire dalla fine del secolo XII e termina negli ultimi decenni del secolo XV. Significativi sono i vincoli che stringono questa terra alle vicende di una delle figure ghibelline di maggior spicco nell’Italia del XIII secolo, ossia il marchese Uberto Pallavicino “il Grande”, figlio del marchese Guglielmo e della nobile Solestella Conti di Bardi. Fedele alla Casa Sveva, della quale seguì le sorti, uomo di fiducia dell’imperatore Federico II e Vicario Imperiale, Uberto fu caratterizzato da una forte personalità. La Rocca di Gusaliggio fece da teatro al prologo ed al triste epilogo dell’avventura del celebre condottiero che, come ricordava Augusta Ghidiglia Quintavalle, in questo imprendibile nido d’aquila si rifugiò, resistendo fino alla morte agli assalti materiali degli uomini ed a quelli spirituali della Chiesa. Dopo la breve parentesi della signoria del condottiero visconteo Nicolò Piccinino, dal 1472 all’abolizione del sistema feudale questo territorio appartiene alla casata dei Fogliani Sforza, Marchesi di Val di Mozzola, discendenti dai da Fogliano, celebre famiglia di condottieri di ventura (si ricorda la figura di Guido Riccio da Fogliano) imparentata con gli Sforza Duchi di Milano. Tra gli ultimi Marchesi di Val di Mozzola vi è il duca Giovanni Fogliani Sforza d’Aragona, importante uomo politico del XVIII secolo, che fu ambasciatore e capo del governo nel Regno di Napoli e Viceré di Sicilia. Non avendo discendenti, il duca Giovanni adottò e nominò suo erede il nipote Federico Meli Lupi di Soragna, figlio di sua sorella Lucrezia. Federico assunse dunque il casato Fogliani Sforza d’Aragona e le dignità gentilizie dello zio materno. I Fogliani Sforza d’Aragona (già Meli Lupi di Soragna) mantenero le loro prerogative sulla Val Mozzola fino alla soppressione napoleonica del sistema feudale del 1806.